Il vento di San Francisco di Howard Fast (e/o 2015) è il primo romanzo della saga in sei volumi della famiglia Lavette dello scrittore americano considerato “uno dei più grandi cantastorie dell’America moderna”. “Gli emigranti non possedevano una profonda consapevolezza del loro ruolo. Non pensavano alla storia né si vedevano come parte di essa”. Nel mese di dicembre dell’anno 1888 l’Oceano Atlantico sembrava infierire contro la massa di persone che si trovava all’interno di quella nave che li stava conducendo verso la terra promessa, patria della speranza e della libertà: l’America. Joseph e Anna Lavette, una coppia di emigranti italo-francesi provenienti da Marsiglia, lei incinta del loro primo figlio, si erano ritrovati a far parte di quel flusso immenso di umanità, una vera ondata di nazioni che attraversava l’Oceano per entrare in un nuovo mondo. La porta d’ingresso per gli Stati Uniti era per gli immigranti Ellis Island, promontorio frastagliato cosparso di affollatissimi edifici. La Statua della Libertà, “la grande signora della speranza”, dava il benvenuto a tutti, mentre uomini, donne e bambini, intruppati come bestiame, attendevano di essere visitati, ispezionati, catalogati dagli addetti all’immigrazione. Dopo cinque settimane di permanenza a New York, Joseph aveva compreso che per lui e la sua Anna lì non c’era futuro. Il pescatore, perciò, aveva accettato di trasferirsi a San Francisco, in California, “un luogo meraviglioso”, per lavorare presso le Ferrovie Atchinson che avevano iniziato la costruzione di un raccordo per congiungere la linea principale con la città di San Francisco.
Nel 1889 Daniel Lavette, futuro milionario, era venuto al mondo “in un vagone merci che attraversava gli Stati Uniti d’America”. Dopo nove anni di sacrifici e di risparmi, nel 1897, Joseph era riuscito a comprare un peschereccio a motore nel quale portava sempre suo figlio Danny. Il ragazzino, “capelli neri e ricciuti, gli occhi scuri”, aveva subito amato il mare e il battello paterno nel quale lavorava appena aveva un momento libero. “Ce l’ha nel sangue”, diceva Joseph alla moglie con orgoglio. Anche quel mercoledì 18 aprile 1906, Dan si era alzato pochi minuti prima delle quattro per scendere al porticciolo a preparare il battello per la navigazione. San Francisco ancora dormiva e Danny aveva provato la consueta gioia di sentirsi solo nella città addormentata, nella grigia e rotta oscurità dell’alba, in attesa di contemplare i primi colori dell’aurora. Giunto al porto Danny era saltato sul battello, aveva messo da parte i giacconi di tela cerata e aveva cominciato a tirare fuori le reti. I primi raggi del sole nascente avevano attraversato la foschia, quando all’improvviso il diciassettenne aveva sentito il rumore, “un grande mostruoso rullare, quasi l’intero mondo si fosse messo a urlare di dolore”. In quel momento, nelle viscere della terra, una zolla del continente nordamericano, premuta contro un’altra zolla, trovò la tensione insostenibile, e la terra slittò. Nelle viscere di San Francisco cominciò a tremare e vibrare. Si udì il rumore come di un’immensa belva che ringhia e ruggisce, e poi la terra, stabile, eterna, si scosse e tremò come una massa di gelatina, tremò per quarantotto spaventosi secondi. San Francisco, “orgogliosa regina della costa del Pacifico”, andava in pezzi, travolta da un terremoto di magnitudo 8.3 e da un successivo devastante incendio. Eppure presto come l’Araba Fenice, l’orgogliosa città sarebbe risorta dalle sue ceneri.
The immigrants (1977), celebra la vita dirompente di un uomo, Danny Lavette, la sua tenacia e la sua scaltrezza, le sue passioni e le sue gesta titaniche in un periodo nel quale l’America stava diventando terra di profonde trasformazioni sociali ed economiche. Un romanzo dal respiro epico che si legge con coinvolgimento ed emozione. “Si era conquistato il suo posto, ma era rimasto un outsider”
Howard Fast (New York, 1914 – Old Greenwich, 2003), è stato uno degli scrittori americani più amati e prolifici del secolo appena trascorso. La sua sterminata produzione conta più di 80 volumi fra romanzi, saggi, pamphlet e memoir. Fra le sue opere più importanti ricordiamo Spartacus (da cui venne tratto il celebre film di Kubrick con Kirk Douglas), L’ultima frontiera e Citizen Tom Paine. Il vento di San Francisco è tradotto da Augusta Mattioli.
Autore: Howard Fast
Titolo: Il vento di San Francisco
Editore: e/o
Pubblicazione: 2015
Prezzo: 18,00 Euro
Pagine: 475