“Charlotte. La morte e la fanciulla” di Bruno Pedretti (Skira 2015) – che torna in libreria dopo la prima versione pubblicata da Giuntina nel 1998 – è un toccante romanzo biografico su Charlotte Salomon, giovane ebrea berlinese, morta ad Auschwitz il 10 ottobre del 1943 a soli ventisei anni, incinta di quattro mesi. La sua tragica morte pone fine ad una breve esistenza irrimediabilmente segnata da continue, grandi sofferenze: il suicidio della zia – di cui aveva ereditato il nome – al quale seguirono quello della madre e della nonna (sette suicidi nella famiglia materna nel corso di tre generazioni), la fuga dalla sua terra di origine per sottrarsi alla persecuzione nazista, le violenze e le umiliazioni subite nel campo di sterminio.
Durante la sua permanenza da profuga nel sud della Francia la Salomon decide di scrivere la sua autobiografia “Vita? o Teatro?”, un’opera composita ed originale, pittorica, ma anche musicale e teatrale. Sorprendente per una straordinaria sequenza di tempere di grande potenza espressiva, 870 immagini, ed oltre 1300 fogli. Proprio sulla scorta di questa opera che rivelano una personalità ed un talento eccezionali, Pedretti ripercorre nel libro la vicenda umana ed artistica di Charlotte, che indica come “un emblema luminoso” di un mondo e di un periodo, la Germania del primo Novecento, in cui i profondi caratteri culturali del paese mitteleuropeo finiscono, purtroppo, per essere travolti dalla follia distruttiva della Shoah. L’autobiografia è il tentativo di Charlotte – presaga forse del suo tremendo destino nella camera a gas di Auschwitz – di riscattare sé stessa: l’arte per lei – sottolinea l’autore – è stato, quindi, lo strumento di elaborazione della sofferenza e di riscatto esistenziale, “una forma di redenzione sua e del mondo che rappresenta”.
Rispetto alla prima stesura (quella pubblicata nel 1998), il testo è rimasto sostanzialmente invariato. L’autore ha cercato di migliorare la qualità della narrazione che risulta più fluida ed essenziale. Un’altra novità è data dall’inserimento nel testo di alcune immagini pittoriche di Charlotte.
Infine, nel titolo al nome della protagonista segue “La morte e la fanciulla”, un Lied di Franz Schubert, che la madre di Charlotte, sensibile musicista, amava cantare alla figlia in tenera età, tenendola in grembo.
Bruno Pedretti, scrittore e saggista, è nato a Bienno (Brescia) nel 1953, vive da molti anni a Milano e attualmente insegna all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana a Mendrisio. Autore di saggi su temi di arte, architettura ed estetica, in ambito letterario ha pubblicato i romanzi Patmos (Marinotti 2008) e La sinfonia delle cose mute (Mondadori 2012), oltre alla prima versione di Charlotte. La morte e la fanciulla (Giuntina 1998).
Autore: Bruno Pedretti
Titolo: Charlotte. La morte e la fanciulla
Editore: Skira
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo: 15,00
Pagine: 153