Guy Roland, il protagonista di Via delle Botteghe Oscure (Bompiani 2015) di Patrick Modiano, è un uomo di mezza età che, dopo aver lavorato con soddisfazione in un’Agenzia di Investigazioni a Parigi, stanco e, soprattutto, affetto da un’amnesia retrograda, decide di ritirarsi dal lavoro e di trasferirsi per una vita più tranquilla a Nizza. Negli ultimi tempi ha progressivamente perso la memoria, non ricorda più nulla del suo passato, nemmeno la sua identità. Inizia per lui l’inchiesta più difficile, un viaggio interiore che lo metterà in comunicazione con “gente strana che al passaggio lascia solo una scia di nebbia che prontamente svanisce”. Attraverso questa indagine, portata avanti con tenacia e costanza come quelle di tipo poliziesco che per anni ha condotto per l’Agenzia, egli tenta di riappropriarsi, della propria identità, dei propri ricordi, della propria esistenza. Sembra dapprincipio una ricerca vaga ed inconcludente, ma affiorano all’improviso alla memoria brandelli del passato; i volti, i discorsi, flash di episodi sporadici, luoghi, suoni, immagini in dissolvenza e sfocate di persone che erano suoi amici o semplici conoscenti. Ma, quando è convinto di essere approdato ad un riferimento sicuro, si rende conto che una tessera del mosaico messo insieme risulta incongrua e che deve ricominciare daccapo. Il passato continua a sfuggirgli ancora. Guy è confuso, si smarrisce, si domanda se la sete di risposte che lo assale non lo abbia condotto fuori strada, nella vita di personaggi irreali, creati dalla sua fantasia. Prende atto con angoscia di essere alle prese con un’indagine che non si esaurisce, non potrà mai considerarsi conclusa perchè non ha un punto d’arrivo, destinata a prolungarsi per tutta la vita. L’amnesia è un espediente narrativo di cui si serve l’Autore per far conoscere la sua visione fortemente pessimistica: l’Uomo proviene dal nulla ed è destinato a finire nel nulla e la vita, che è il breve intervallo fra la nascita e la morte, è l’unica flebile luce relativa nel buio fra questi due assoluti.
Una narrazione che coinvolge, un linguaggio semplice ed essenziale rendono scorrevole la lettura di un testo non facile.
Patrick Modiano nato nel 1945 a Boulogne Billancourt, una cittadina poco distante da Parigi, è uno dei più noti scrittori d’Oltralpe. Nato da padre italiano e madre fiamminga, trascorre un’infanzia movimentata e a tratti dolorosa per l’assenza dei genitori e la morte precoce del fratello minore. Non completa gli studi che interrompe dopo il conseguimento del baccalaureat, per dedicarsi alla letteratura. Esordisce nel mondo letterario nel 1967 con il romanzo “La Place de l’Etoile” che gli vale il Premio Roger Nimier. Molti suoi libri sono ambientati nella Parigi occupata dai nazisti e spesso rievoca la figura ambigua del padre, ebreo di origini italiane, sicuramente perseguitato che si dimostrò, tuttavia, pronto a tutto pur di sopravvivere, riuscendo in tal modo a sfuggire alla deportazione grazie a potenti amicizie collaborazioniste. Nel 1978 pubblica “Via delle Botteghe Oscure” con il quale vince il prestigioso Premio Goncourt. Nel 2014 gli viene assegnato dall’Accademia svedese il Premio Nobel per la Letteratura, secondo la motivazione: “per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inesplicabili e scoperto il mondo della vita nel tempo dell’occupazione”. E’ autore anche di alcuni libri per ragazzi e ha lavorato nel cinema come sceneggiatore per produttori importanti (ad esempio, Carlo Ponti) e come soggettista (ben quattro film sono stati tratti da suoi romanzi). Molti i suoi libri tradotti in italiano, tra i quali “Villa triste” (1976) e “I viali della circonvallazione” (1973) pubblicati da Rusconi, “Dora Bruder” pubblicato da Guanda nel 1998, “Bijou” (2005), “Un pedigree” (2006) e “L’orizzonte” pubblicati da Einaudi.
Autore: Patrick Modiano
Titolo: Via delle Botteghe Oscure
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo: 17,00
Pagine: 206