Il volume La pimpinella. Storia di un primo amore di Grégoire Delacourt (Salani 2015), racconta una stagione della vita indimenticabile: la prima adolescenza. “Quell’estate era cominciata in fretta, sin dalla fine di maggio, con tutta l’allegria dei suoi venti gradi”, fatta di donne che avevano iniziato a prendere il sole e di uomini che si ritrovavano la sera al fresco a bere bicchieri di vin rosé. Ma in quell’estate soprattutto “c’era Victoire. E c’ero io. Victoire aveva tredici anni. Io, quindici. Victoire era bella, anzi “la mia vittoria più bella” come amava pronunciare suo padre, aveva i capelli color dell’oro, occhi di smeraldo come due piccole gemme e una bocca polposa come un frutto maturo. Louis stava crescendo e somigliava sempre più a suo padre, morto a causa di una crisi cardiaca quando l’unico figlio aveva solo tre anni. “Nel volgere di un lampo la mia voce si era abbassata. E una peluria un po’ scura orlava il mio labbro superiore. Non è che la cosa mi piacesse molto, a dire il vero”. Louis, “piccolo ometto” per sua madre, era stato preso da incantamento da Victoire che aveva il dono di vedere al di là delle cose. “Sei particolare, mi diceva. Ero il suo amico. Ma sognavo di essere molto di più”. Louis e sua madre, che proprio allora aveva perso il lavoro, abitavano a Sainghin-en-Mélantois, un piccolo paese della provincia francese, dove tutti si conoscono ma molte cose sono taciute, verità o menzogne che siano. I genitori di Victoire (suo padre era direttore di banca della filiale Crédit du Nord di Lille, sua madre casalinga) possedevano una grande casa di mattoni arancioni alla fine del borgo. Victoire aveva una sorella di diciassette anni, Jeanne, dalla bellezza un po’ oscura e inquietante “che mi affascinava e spaventava allo stesso tempo”. La cosa strana era che talvolta Louis sognava di notte Jeanne però “era Victoire quella che amavo”.
Impreziosito dalle deliziose illustrazioni di Gaia Stella, Une Pimprenelle è un piccolo gioiello editoriale di quasi novanta pagine che rievoca fasti, emozioni e palpiti che solo il primo amore è capace di dare. Quel sentimento che appare assoluto, unico, fatto di un caleidoscopio di sensazioni irripetibili e che ciascun essere umano custodisce nel proprio cuore come il gioiello più splendente. “Era la mia principessa. Il grande amore della mia vita”. La grazia lieve di Victoire aveva rapito Louis che accanto alla sua amata “era felice in un modo indescrivibile”. Nell’estate dove “Cabrel cantava Hors Saison e tutti cantavano Cabrel”, Louis avrebbe imparato a sue spese com’è difficile diventare adulti, perché nulla è per sempre o forse sì…
Grégoire Delacourt abile pubblicitario che ha iniziato a scrivere a cinquant’anni, conferma dopo il grande successo del precedente romanzo “Le cose che non ho” di saper arrivare al cuore di molti lettori.
“PIMPINELLA, n. f. – Pianta erbacea perenne della famiglia delle Rosacee, con infiorescenze generalmente rosse. Nel linguaggio dei fiori, offrire una pimpinella significa “ti voglio bene”.
Grégoire Delacourt, classe 1960, è uno tra i più grandi pubblicitari francesi, autore di famosissime campagne. Le cose che non ho (Salani 2013) è stato per mesi numero uno nelle classifiche dei bestseller francesi ed è stato tradotto in trentacinque Paesi. A oggi ha superato il milione di copie vendute ed è diventato un film e uno spettacolo teatrale. La prima cosa che guardo, il successo più recente di Delacourt, è stato pubblicato da Salani nel 2014.
La pimpinella. Storia di un primo amore è tradotto da Riccardo Fedriga.
Autore: Erin Blakemole
Titolo: La pimpinella. Storia di un primo amore
Editore: Salani
Pubblicazione: 2015
Prezzo: 10,00 Euro
Pagine: 92