La mammana

mammanaNel marzo del 1843 una cometa luminosissima inquieta gli abitanti di Marzanello, paesino sul cucuzzolo di un colle dell’entroterra napoletano, che temono che annunci sventure. Amelia, una paesana, sta per partorire il suo sesto figlio; poiché il parto si presenta rischioso, viene chiamata la nuova levatrice, Lucina, malgrado essa sia mal vista. Il parto riesce ma la bambina che nasce, tanto sana quanto bella, è albina, come già la bisnonna paterna; secondo un pregiudizio dell’epoca quindi è negativamente “segnata da Dio”, e la madre prima e il padre poi la rifiutano. La levatrice decide allora di tenerla con sé, ingiungendo al padre di non farne parola con alcuno, e di riferire che la neonata è morta subito dopo il parto.

La storia torna indietro di 16 anni: è il 1827. Grazzanise.

Biagio, 10 anni,  quarto figlio di un ricco mezzadro dopo tre femmine, si sente nato maschio per errore ed è attratto da tutto ciò che costituisce il mondo femminile. Scoperto dal padre e dagli amici, uno dei quali lo violenta, decide di lasciare il paese. Si rifugia così dalla Zia Lena a Mondragone, la “mammana”, che lo esorta ad essere “ciò che si sente”. Biagio assume pertanto le sembianze di donna e cambia nome, diventando Lucina, ovvero “colei che porta la luce”.

Il resto del romanzo, che non si vuole qui svelare, è comunque facilmente intuibile. E’ però doveroso chiarire che non si tratta affatto della storia di un “femminiello”, ma autenticamente di una “donna”, che pur vivendo la propria particolare condizione con l’inevitabile carico di condizionamenti, paure e pregiudizi, di una donna ha tutte le caratteristiche: è nell’animo e riuscirà poi ad essere innanzitutto e soprattutto madre – di una bimba adottata – potrà e saprà essere, a suo modo, moglie, e, infine, amica.
Questo romanzo è così la metafora del percorso da uno status iniziale di “non-femmina” a quello di donna completamente accettata e pacificata, anche con se stessa. La sua catarsi si completerà allorché l’amica Laura le annuncerà di dover seguire il marito nel rientro a Milano e le offrirà di seguirla con la figlia; Lucina non lascerà quella che è comunque la “sua” gente, ma lascerà che Stella, brava studentessa e bisognosa di cure per problemi alla vista, viva la sua vita dove le si offrono le opportunità migliori. Quando Stella parte, splende nel cielo una nuova cometa: quella che si chiamerà Cometa Donati.

Il libro è scritto magnificamente, con un periodare chiaro, semplice e piano che si legge d’un fiato.

L’alternanza di quadri collocati in due diversi archi temporali ravviva continuamente l’interesse del lettore, il quale oltretutto sarà certamente deliziato, se è appena appena curioso del linguaggio napoletano, dall’abbondanza di divertenti termini di quel lessico, alcuni ormai desueti.

L’autrice, per l’appunto napoletana, oltre alla padronanza lessicale mostra una grande conoscenza delle usanze, dei riti, delle credenze e di tutto ciò che più particolarmente caratterizza il popolo partenopeo.

 

Titolo:      La mammana

Autrice:    Antonella Ossorio

Editore:    Einaudi

Anno:       2014

Pagine:     274