Nel romanzo Garden Village di Pasquale Capraro (Edizioni Cinquemarzo 2014), l’autore di origine salentina si pone una domanda alla quale da secoli si cerca dare una risposta. Cosa c’è dopo la morte? Nel volume pubblicato nella collana Talia dedicato “Alla mia cara zia Mina”, il talentuoso Pasquale racconta, a modo suo, il viaggio dell’anima di Sergio catapultata in una sorta di limbo senza tempo e spazio. “Oddio che buio! Non vedo niente”. Che cosa è mai accaduto? Sergio stava guidando mentre ascoltava la canzone di Lucio Dalla Com’è profondo il mare quando all’improvviso si era sentito avvolto da un profondo nero, “annaspando una risposta a questa immobilità improvvisa”. Sergio annusava l’aria, c’era profumo di terra e di fiori mentre aleggiava una musica che già conosceva, l’Ave Maria. Una cosa era certa, in questo posto nel quale si trovava c’era un vuoto rarefatto e opaco come la nebbia milanese. L’uomo si era spaventato, perché la sua mente era stata attraversata da un dubbio: “non sarò mica morto? Spero di no. No, non può essere. Mi sento vivo e anche bene direi”. Era stata Fiammetta “inviata speciale di Abissus, professionista di intrighi, inganni e trasformazioni. Specialista in gossip e seduzione” a rivelare a un disorientato Sergio che ora si trovava in “uno stadio intermedio”, anzi in una sorta di vacanza speciale! Per meglio dire in una reception in attesa che si risolvesse il suo destino.
Giunto alla sua sesta fatica letteraria Pasquale Capraro affronta con successo il genere fantastico umoristico mettendo al centro della trama un fantomatico Limbo che assomiglia a un villaggio vacanze animato da personaggi simili a quelli che da anni popolano la televisione di casa nostra. Personaggi con il compito di accompagnare Sergio in piccoli mondi surreali, bizzarri, esilaranti, sempre divertenti. Ecco quindi Dante Alighieri che ha uno spazio per il cineforum. Le pellicole scelte dal fiorentino doc sono basate su temi di fantascienza e comicità italiana: politica e malasanità. C’è spazio anche per Beatrice che sfoga i suoi istinti repressi facendo spettacolo. La carriera di Beatrice è in ascesa forse perché ora si fa chiamare Bealen. Adamo ed Eva invece hanno aperto un Garden Village dove coltivano “frutti stupefacenti a uso purgatoriale”. Renzo e Lucia sono “i professionisti dell’area fashion spirit”, ma non sono quelli di manzoniana memoria, perché “impegnati come wedding planner”. In questo limbo, tipo scatola televisiva, nel quale l’audience è tutto e la parabola è vitale per essere aggiornati, perché “caro mio senza la parabola sei tagliato fuori dal mondo”, il lettore si rende conto del potere pervasivo del tubo catodico e della superficialità del mondo televisivo e pubblicitario, suo specchio. Il plot dell’autore nato come progetto teatrale rivela la personalità istrionica ed eclettica di chi l’ha concepita. Si ride, si riflette e si parteggia per la sorte di Sergio che sarà costretto a fare una scelta obbligata. “Ho sempre pensato di non andare all’inferno una volta deceduto. Anzi ho spesso mandato gli altri in quel posto!”. In questo libro di poco più di cento pagine lo scrittore che sa vedere e intuire ciò che non è visibile, invita a guardare oltre. Oltre l’apparenza, oltre ogni possibilità che la vita dona. “Scegliere il bene e il male. Essere angelo o demone. Quale dei due sarà più divertente?”.
Pasquale Capraro è nato a Gallipoli nel 1959 e vive a Merate in provincia di Lecco. Ha esordito nel campo della narrativa nel 1995 con il romanzo Rose del Sud (Edizioni del Grifo – Premio Internazionale Artistico – Letterario Cav. Benedetto Romano – Lecce, 1996). Con Edizioni Cinquemarzo ha pubblicato nel 2011 Il bacio della sirena, un giallo sentimentale e nel 2012 Il tessitore di stelle, fantasy/thriller. Hanno fatto seguito i racconti Luna Piena e Un saggio consiglio. www.pasqualecapraro.it
Autore: Pasquale Capraro
Titolo: Garden Village
Editore: Cinquemarzo
Pubblicazione: 2014
Prezzo: 10,00 Euro
Pagine: 123