Un giorno perfetto per uccidere di Mario Mazzanti (Newton Compton 2014). Prima di questo libro, Mario Mazzanti, aveva pubblicato altri tre “gialli” che pur avendo ricevuto apprezzamenti, non avevano “sfondato” come sta avvenendo per ”Un giorno perfetto per uccidere” che lo ha fatto scoprire ad un pubblico di lettori sempre più vasto: un successo da indurre i più entusiasti a parlare della nascita di una nuova, autorevole ”voce del thriller italiano”, di un “caso editoriale dell’anno”. Espressioni che appaiono un po’ “caricate”, per la verità, tuttavia indicative della sorpresa e del favore che ha saputo conquistarsi in brevissimo tempo. Si tratta effettivamente di un libro che si colloca nel solco della migliore tradizione del giallo, in cui i suoi classici ingredienti – una storia ricca di sorprese e di personaggi intriganti narrata con stile attrattivo e scorrevole – ingenerano nel lettore quella suspense che tiene incollati fino all’ultima pagina gli appassionati di questo genere letterario. Stavolta il commissario Sensi è alle prese con un caso davvero difficile del quale, nonostante tre mesi di intense indagini, non riesce a venire a capo. In un paesino del cremasco Ami, un’adolescente di origine senegalese nata e vissuta nel nostro Paese, uscita di casa un mattino per andare a scuola, non fa ritorno a casa. Quando il padre dà l’allarme, la piccola comunità, nella quale la famiglia della ragazza è molto benvoluta, si mobilita nelle ricerche che, però, non sortiscono alcun risultato. Così come in un primo tempo le indagini intraprese dal commissario Sensi e dai suoi uomini che, dopo aver a lungo seguito una pista investigativa ed essersi convinti di aver messo ormai le mani sul colpevole, devono constatare di essere finiti in un vicolo cieco, quando scoprono che l’uomo sospettato non é il presunto assassino ma un pacifico professore inglese in Italia per ricerche archeologiche, E’ a questo punto che il commissario Sensi decide di chiedere consiglio e di coinvolgere nelle indagini un suo vecchio amico, il dott. Claps, psichiatra e noto criminologo, consulente della polizia come esperto dei profili psicologici degli autori di crimini violenti. Il suo aiuto, infatti, era stato determinante in passato per risolvere casi apparentemente inestricabili. Non aveva però mai partecipato alla fase operativa delle indagini; tranne l’ultima volta quando cade vittima di un gravissimo incidente che solo per miracolo non gli è costata la vita, Venuto, infatti, a contatto con l’assassino, questi con un coltello gli aveva lesionato l’arteria femorale, procurandogli un’emorragia massiva, due arresti cardiaci e il conseguente danno (“anossia”) cerebrale. Il dott. Claps si è, sia pure faticosamente, ripreso e Sensi pensa che possa ancora essergli utile. In realtà l’indagine che il commissario ha intenzione di svolgere (che occupa la seconda parte del libro) non si limita al caso di Ami ma si propone di fare luce anche sulla scomparsa misteriosa di altri bambini avvenuta negli ultimi tre anni. Claps accetta la sfida e con il suo intuito, la sua tenacia e la sua eccellente professionalità darà un contributo decisivo all’individuazione di un feroce “orco”, già pronto a compiere altri efferati delitti.
Mario Mazzanti toscano di origine, è cresciuto a Milano, dove, dopo essersi laureato in Medicina, tuttora risiede ed esercita la sua professione. Il suo primo romanzo, “Effetto PHI”, risale al 1999, al quale sono seguiti nel 2011 “Scacco alla Regina” e l’anno dopo “Il riflesso del lupo”, ambedue pubblicati dall’editore Leone.
Autore: Mario Mazzanti
Titolo: Un giorno perfetto per uccidere
Editore: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 9,90
Pagine: 310