Il venditore di cappelli di Elda Lanza (Salani 2014) nel romanzo è Domenico Sarli che possiede “un negozio di cappelli tra piazza Liberty e il vicolo…” a Napoli, ereditato dal padre e dal nonno. L’uomo, uno scapolo di mezza età, “capelli grigi un po’ lunghi sul collo, occhiali scuri e labbra sottili”, è improvvisamente sparito dalla sua abitazione, lasciando una busta con un foglio bianco indirizzata all’avvocato Massimo Gilardi, “Max, per gli amici”. La portiera dello stabile dove il venditore di cappelli abita e ha il negozio teme il peggio, considerata la specchiata moralità dello scomparso e le sue metodiche abitudini. “La portiera gli fa le pulizie, la spesa. Non vedendolo uscire al mattino alla solita ora, è entrata in casa: la donna ha le chiavi”. Sarli non c’era e sul fornello spento vi era una napoletana per il caffè, bella e pronta. Che fine ha fatto il quasi settantenne venditore di cappelli?
Nella terza inchiesta dell’affascinante avvocato napoletano, “si parla di lui come un tombeur de femmes”, l’autrice si diverte a mescolare le carte, a disseminare di trabocchetti le indagini di Gilardi, il quale nemmeno questa volta perderà il suo fiuto infallibile nato dalla sua onestà intellettuale e perseveranza. Una donna “elegante e provocante”, “troppo bella, troppo alta, troppo pallida”, un uomo svanito nel nulla, un cadavere “completamente sfigurato e irriconoscibile” la cui identità è difficile da decifrare, un ragazzo forse innocente da difendere. Personaggi di un irresistibile mosaico che si specchiano nel mare di Napoli “striato d’azzurro, tra il verde e il turchese, su uno sfondo che si tingeva di blu verso l’orizzonte”. È bello ritrovare un amico come Max, sincero e compassionevole, “colto, spiritoso, intelligente” che non delude mai. “L’acqua della piscina pretende il gesto elegante. Una bracciata e poi un’altra. Una bracciata e poi un’altra. Avanti, Max. Avanti, Max. Avanti, Max. Una bracciata e poi un’altra, il respiro si faceva normale, i muscoli si distendevano nel gesto perfetto, il lieve sciacquio dell’acqua smossa come una voce conosciuta che ne misurava il ritmo”.
Signora Lanza dedica il romanzo “a nonna Liciuzza, grazie per avermi insegnato a leggere” anche perché sente di dovere a lei il Suo indiscutibile talento letterario?
Intanto grazie per la presentazione: precisa e autorevole. E ora la risposta: Nonna Liciuzza ha imparato a leggere e scrivere dalle figlie che ha mandato a scuola, lei non c’era stata. Voleva che le leggessi i libri ad alta voce, ed è una lezione straordinaria. Si imparano i ritmi, le pause, il fraseggio… sì, ho imparato molto leggendo a nonna Liciuzza i libri del nostro amore per la lettura.
Max Gilardi, dapprima commissario a Milano e adesso avvocato nella sua città d’origine, “due modi diversi di guardare la realtà”. Per tratteggiare la personalità di Gilardi, “il più noto e corteggiato avvocato di Napoli”, si è ispirata a una persona in particolare?
Una domanda che mi fanno spesso. No. È completamente frutto della mia fantasia, un po’ malvagia: l’ho voluto bello per rendergli la vita difficile. I belli lo sanno, e lo sa anche lui. È il troppo facile che lo rende al contrario un uomo prudente. Non sempre, tuttavia… non questa volta.
Chi è Ermeline Sarli “arrivata qui come l’aurora boreale”?
Una donna di fantasia, ma più vera e reale che se la conoscessi davvero. Io la vedo muovere, parlare, ridere: come nessuna donna sa fare, arricciando il naso…
“… Napoli è anche questo: da una parte le famiglie che hanno contribuito alla storia di Napoli, alla sua grandezza, alla sua cultura. Dall’altra, il popolo che ha difeso Napoli nella sua continuità”. Vivida la Sua descrizione dell’atmosfera e dei colori della città. Cosa ne pensa?
Che questa è Napoli. Io da questa città mi aspetto molto. Gilardi, come Ulisse, parte da Napoli e ci ritorna perché il suo destino si concluda in questa città che è davvero nella sua testa e nel suo cuore. Nella mia testa e nel mio cuore.
Il successo di Niente lacrime per la signorina Olga, prima inchiesta di Max Gilardi, è da attribuirsi anche al passaparola dei lettori. Bella soddisfazione, vero?
Sì, naturalmente. Era una storia di condominio condotta abbastanza facilmente da un commissario. Forse è piaciuta la semplicità del racconto. Il Matto affogato, affidato a Max ritornato a essere avvocato, ha reso le indagini più difficili, ma il romanzo è piaciuto almeno quanto La signorina Olga: la critica e il consenso del pubblico me ne hanno dato ampia conferma. Ora spero nel terzo Gilardi: sempre avvocato e sempre difficile da gestire.
Elda Lanza è nota al grande pubblico come prima presentatrice della televisione italiana. Giornalista, scrittrice ed esperta di comunicazione, è docente di storia del costume. Fra i libri pubblicati ricordiamo: La tavola, i riti della comunicazione, Ho una pazza voglia di amare, Una donna imperfetta, Signori si diventa e Una stagione incerta. Con quest’ultimo romanzo ha vinto il Premio Letterario Internazionale Il Minturno di Roma. È stata ed è spesso ospite di numerose e importanti trasmissioni televisive. Per Salani ha pubblicato Niente lacrime per la Signorina Olga (2012) e Il matto affogato (2013). Nel giugno 2014 è stata insignita del titolo di Commendatore al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Napolitano.
Autore: Elda Lanza
Titolo: Il venditore di cappelli
Editore: Salani
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 15,90 Euro
Pagine: 461