I tre matrimoni di Manolita di Almudena Grandes (Guanda 2014). L’autrice ha scritto che “prova “un’ossessione sentimentale, quasi patologica” per la guerra civile, che ha insanguinato la Spagna nella seconda metà degli anni trenta del secolo scorso. Un evento che, nonostante il tempo trascorso, è ancora per lei e per tutti gli spagnoli “una profonda ferita, aperta e interminabile, che non passa”. Per questo – sulla falsariga di quanto fece con gli “Episodi nazionali” il connazionale Benito Perez Galdos, che scrisse tra il 1872 ed il 1912 ben quarantasei romanzi storici sulla Spagna dell’Ottocento – Almudena Grandes si è proposta di raccontare in una serie più ristretta (sei romanzi indipendenti) la guerra civile spagnola, un periodo cruciale nella recente storia del paese iberico, che ha segnato l’ascesa del franchismo e il ritorno alla monarchia.
Questo libro rappresenta il terzo di una serie alla quale l’autrice ha dato il titolo “Episodi di una guerra indimenticabile”. La serie si è aperta con “Ines e l’allegria” pubblicato nel 2010, seguito due anni dopo da “Il ragazzo che leggeva Verne”.
La protagonista del romanzo, Manolita, é una ragazza giovanissima costretta, dalle vicissitudini familiari, ad abbandonare il suo status adolescenziale, a crescere in fretta. A lei, infatti, spetta farsi carico delle sorelle e dei fratelli più piccoli mentre il padre e la matrigna, militanti del partito comunista spagnolo, sono detenuti ed il fratello maggiore, per evitare la stessa sorte, deve vivere “alla macchia”. Pur essendosi tenuta lontana dalla politica, anche lei finisce per essere coinvolta nelle attività clandestine del partito comunista, quando, dal Messico giungono due macchine di ciclostile di nuova concezione, in grado di dare grande impulso e facilitare notevolmente la diffusione delle informazioni all’interno del “movimento”. Grande euforia fra i militanti fra i quali, tuttavia, non si trova nessuno che sia in grado di far funzionare le due apparecchiature. La soluzione al problema é quella di affidarsi a Silverio, detto Manitas per le sue peculiari abilità manuali, detenuto nel carcere di Porlier, dove un cappellano si presta, dietro compenso, a celebrare falsi matrimoni. L’idea è, infatti, quella di profittare del breve periodo di intimità che viene concesso ai due “sposi” per consegnare a Manitas il disegno dei ciclostili e dello strano meccanismo a cinque rulli e di ricevere la soluzione del rompicapo in una successiva “celebrazione”. Al di là di questo meccanismo che, per quanto possa apparire assurdo è realtà storicamente accertata, dà ragione del titolo, questo imponente romanzo (ottocento pagine circa) ha tutte le caratteristiche per imporsi all’attenzione del lettore . E’ certamente la conferma di quella qualità letteraria ormai riconosciuta alle opere della Grandes, ma anche della capacità di offrire , attraverso una narrazione approfondita degli eventi e l’analisi interiore dei personaggi, un quadro reale e preciso della società spagnola dell’epoca, In particolare, in questo “episodio” vengono minuziosamente descritte per la prima volta le esistenze dimenticate dei “vinti”, di coloro ai quali, per aver combattuto e perso per i loro ideali, il regime franchista impose condizioni umilianti e inflisse angherie e sofferenze di ogni tipo.
Almudena Grandes è nata a Madrid nel 1960. Con il suo romanzo d’esordio, Le età di Lulù, caso letterario e best seller internazionale, si è imposta sulla scena culturale europea.
Ha vinto il Premio Rapallo per la donna scrittrice.
Autore: Almudena Grandes
Titolo: I tre matrimoni di Manolita
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 24,00 Euro
Pagine: 784