I nostri giovedì al parco, romanzo di Hilary Boyd (Editore Nord 2014), si apre con l’ennesimo rimprovero di George Lawson nei confronti di sua moglie Jeanie, “Non dovresti bere così tanto”. La coppia di mezz’età viveva nel quartiere londinese di Highgate in un’accogliente casa georgiana che era diventata testimone del latente disaccordo dei coniugi. Jeanie era più conciliante perché odiava i conflitti, “cresciuta in un’umida canonica del Norfolk, aveva visto la madre ingoiare ogni giorno i severi e dispotici diktat pronunciati da suo padre, senza mai mettere in discussione il diritto di maltrattarla in quel modo”. Jeanie era cresciuta temendo il suo genitore, sperando che la madre almeno una volta si ribellasse a quel despota. Invano. Proprio per questo la ragazza aveva giurato a se stessa che non si sarebbe mai lasciata trattare in quel modo. La stessa sera del rimbrotto di George a sua moglie, inspiegabilmente l’uomo aveva deciso di allontanare da sé Jeanie, respingendo qualsiasi approccio. “Non posso più farlo”, aveva detto George prima di allontanarsi per andare a dormire nella stanza degli ospiti. “Le sue parole la ossessionavano mentre stava sdraiata da sola nel letto sfatto, scioccata e, soprattutto, disorientata”. La loro vita insieme, erano passati già ventidue anni, era stata sempre regolare e tranquilla, forse un po’ monotona. “Che cosa era successo a suo marito?”. Da quella sera fatale George non era più tornato a letto insieme a Jeanie. Ora quasi dieci anni dopo quella strana e fatale notte, dopo che Jeanie aveva implorato, adulato, domandato a George una ragione plausibile del suo comportamento, “quanto era accaduto tra loro era diventato qualcosa di enorme, tangibile e doloroso in ogni loro scambio”. Janie aveva perso fiducia in se stessa, George era diventato sempre più allampanato, curvo, perso nei suoi pensieri mentre il loro matrimonio si era adattato alla situazione, lentamente, “seguendo un lento e doloroso affievolirsi delle emozioni”. Dopo trentatré anni di convivenza, Mr Lawson era andato in pensione, Mrs Lawson aveva aperto con successo Il Melograno un negozio di alimenti salutistici e la loro unica figlia, Chanty aveva sposato Alex un artista di poco talento, dalla cui unione era nata un’adorabile bambina, Ellie. Era stato un amore a prima vista quello scoppiato tra la piccola Ellie e sua nonna Gin. “Strana cosa i nipoti, eh? Non pensavo sarebbe stato tanto coinvolgente, ma poi ho scoperto che lui significa tutto per me”. Durante uno dei tanti giovedì al parco, mentre accompagnava la nipotina, Jeanie aveva incontrato Ray, nonno anche lui del piccolo Dylan. Qualcosa stava per succedere. “Calò il silenzio mentre consideravano la possibilità che i loro due mondi coincidessero. “Jeanie, hai voglia di rivedermi?”.
Thursdays in the Park fortunato romanzo d’esordio bestseller in Inghilterra, nel quale l’autrice britannica Hilary Boyd intende dimostrare con uno stile scorrevole e vivace che l’amore non ha età. “Per la prima volta in tutta la sua vita, si trovava di fronte a un desiderio fisico che minacciava di fermarle il cuore”. Jeanie è una radiosa e stupenda sessantenne, forte e intelligente che gestisce con successo un negozio di alimenti. George è un pensionato pedante e noioso, dalla personalità passivo – aggressiva che controlla tutto quello che fa la moglie. L’hobby dell’uomo è comprare vecchi orologi, smontarli e ripararli che rivela la sua natura ossessiva. Mr Lawson considera sua moglie come un’amica, leale, sincera e tollerante che qualsiasi uomo desidererebbe avere al suo fianco. Per contrasto gli occhi grigio-azzurri di Ray riescono a vedere dentro l’anima di Jeanie, ormai convinta di non sapere più amare. Ma il cuore è un muscolo che non si atrofizza. “L’attrazione fisica con George era stata diversa e niente in confronto ai fuochi artificiali che riusciva a scatenare un solo sguardo di Ray”. Negli USA il fenomeno viene chiamato Grey divorce, il divorzio con i capelli bianchi. Molte coppie over 50, che stanno insieme da svariati anni, decidono di divorziare, perché il sentimento che li univa è venuto meno. Quindi ora o mai più. Sono soprattutto le donne a chiedere il divorzio, il 66%, e il motivo principale è l’incompatibilità. Da questo “senso di liberazione” come hanno dichiarato il 56% delle neodivorziate si profila una nuova esistenza tutta da esplorare. Aveva ragione zia Norma, l’anziana zia novantenne di Jeanie che aveva rivelato alla nipote: “Sessanta è il paradiso. Il mondo ha chiuso con te, diventi invisibile a tutti gli effetti, soprattutto se sei donna. Mi piace pensarla come una terza vita. C’è l’infanzia, poi la conformità dell’età adulta, lavoro, famiglia, responsabilità, infine, proprio quando la gente dà per scontato che sia tutto finito e che tu sia un inutile mucchio di rottami, ecco comparire la libertà! Finalmente puoi essere quella che sei davvero, non quella che la società vuole che tu sia, non quella che tu pensi di dover essere”.
Hilary Boyd ha lavorato per anni come giornalista, occupandosi di salute e benessere, argomenti sui quali ha scritto diversi libri. In Inghilterra, I nostri giovedì al parco è uscito in sordina, ma nel giro di qualche settimana ha cominciato a scalare tutte le classifiche, imponendosi come uno dei bestseller dell’anno.
Il romanzo I nostri giovedì al parco è tradotto da Donatella Rizzati.
Autore: Hilary Boyd
Titolo: I nostri giovedì al parco
Editore: Nord
Pubblicazione: 2014
Prezzo: 16,40 Euro
Pagine: 384