Con L’ultima settimana di maggio di Pietro Gattari (Castelvecchi 2014), l’autore torna in libreria con un nuovo volume che stavolta ci immerge nell’infuocato clima italiano della primavera del 1915, in quei fatidici giorni in cui, mentre l’Europa è già coinvolta nella prima guerra mondiale, il nostro Paese, in linea con il trentennale Trattato della Triplice Alleanza con Germania ed Austria, resta ancora fuori dal conflitto, ma è profondamente diviso fra “neutralisti” (parte dei socialisti, cattolici e “giolittiani”) ed interventisti. Nella saletta gialla del Caffè Aragno a Roma, meta abituale degli intellettuali della Capitale, qualche giorno prima la notizia, clamorosa, ma tuttavia attesa, secondo la quale il governo Salandra aveva impegnato l’Italia ad entrare in guerra non più tardi dell’ultima settimana di maggio a fianco delle potenze dell’Intesa, aveva innescato, come del resto in tutto il Paese, un vortice di emozioni difficili da contenersi. Il dibattito fra gli intellettuali romani, quantomai acceso, era diventato incandescente dando vita, in un clima di grande eccitazione, a veri e propri duelli verbali con reciproci insulti, molto prossimi a degenerare in scontri fisici. Come quello tra il futurista Marinetti, che, con il suo abituale linguaggio fatto di iperboli ed eccessi immaginifici, aveva tessuto le meraviglie della guerra suscitando la reazione sdegnata del “silenzioso” poeta Cardarelli, e gli infuocati interventi degli scrittori Scipio Slapater e Ruggero Fauro, ambedue triestini, convinti assertori del ritorno all’Italia delle terre soggette all’Austria. Tra gli spettatori più attenti ed appassionati un giovane cameriere romano, Filippo, affascinato dalla personalità e dalla cultura dei suoi giovani clienti intellettuali, con una vera e propria ammirazione per l’interventista Slataper. Quando l’Italia entra in guerra, infatti, Filippo, come decine di migliaia di suoi coetanei, si arruola volontario e parte per il fronte, ove partecipa con entusiasmo alle battaglie sull’Isonzo sotto la guida del Generale Cadorna. Ben presto, però, il suo genuino entusiasmo si va smorzando per trasformarsi progressivamente in una cocente delusione, al cospetto degli enormi sacrifici di sangue e delle violenze della guerra e dell’inadeguatezza, in termini di tecnica, organizzazione e di armamenti, con la quale i nostri giovani soldati erano stati mandati al macello. Tuttavia, Filippo potrà dirsi fortunato perché, oltre a salvare la pelle scampando alla carneficina durante la ritirata di Caporetto, avrà, nell’incanto dolomitico, l’incontro che cambierà il suo futuro, “catturato dal bagliore degli occhi blu”, “grandi come due laghi alpini”, che illuminano il volto di una ragazza, Galatea, che diventerà la compagna della sua vita.
Pietro Gattari, medico, è un appassionato studioso di storia e cultore, in particolare, delle vicende del Montefeltro. Il Duca è il suo primo romanzo.
Autore: Pietro Gattari
Titolo: L’ultima settimana di maggio
Editore: Castelvecchi
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 18,50 Euro
Pagine: 383