Le cose che non so di te di Christina Baker Kline (Giunti 2014) si ispira a un episodio drammatico della storia americana: gli “orphan trains” (treni degli orfani) che dal 1854 al 1929 portarono oltre 200mila bambini orfani dalle città costiere degli Stati Uniti orientali alle praterie del Midwest, per affidarli a nuove famiglie: trovarono a volte amore, un’accoglienza calorosa, una vera casa dove crescere. Altre volte diventarono poco più che schiavi, costretti a lavori massacranti in fattorie o, nel caso delle bambine, a diventare domestiche, cameriere, cucitrici. I fratelli venivano spesso separati e i contatti tra loro osteggiati. Molti degli orfani, racconta l’autrice, venivano dall’Italia, dalla Polonia o dall’Irlanda.
E’ questo il caso della protagonista del romanzo, Vivian, che ormai 90enne, nel 2011 racconta all’adolescente Molly – altra ragazza con un’infanzia difficile, madre alcolizzata, padre morto, un travagliato percorso di affido a diverse famiglie – il suo arrivo a New York con la famiglia nel 1929, poco prima dell’inizio della Grande Depressione, la morte dei suoi famigliari, il trasferimento con altri orfani su un treno diretto in Minnesota, e infine il pellegrinaggio da una famiglia affidataria all’altra. Sempre in cerca di calore, e se non di una famiglia vera, capace di replicare quella scomparsa, almeno di affetto e tenerezza. Aspettative che vengono puntualmente disattese, in una storia degna di un romanzo di Dickens ma purtroppo ispirata a ciò che i bambini “train riders” subivano davvero.
Della piccola Niamh – il vero nome di Vivian, che i genitori affidatari le cambiarono più volte -colpisce il coraggio, la forza (anche fisica), la resistenza alla fatica, al freddo e alla fame, alla mancanza di amore. La Kline rende bene la desolazione di quegli anni: la mancanza di lavoro, le fattorie spoglie, l’abbruttimento degli uomini disoccupati, la solitudine e l’abbandono dei bambini. Niamh attraversa la Depressione armata solo del proprio istinto di sopravvivenza e del claddagh, collana irlandese che le lasciò sua nonna prima della partenza per gli Stati Uniti. I capitoli sulla storia della piccola Vivian sono avvincenti, realistici, si leggono d’un fiato. Un po’ meno riuscita la parte odierna della storia e la figura di Molly, che dovrebbe far da contraltare a Vivian, attraverso un dialogo difficile tra generazioni di orfane, in anni diversi ma con lo stesso smarrimento. Un romanzo comunque avvincente, da leggere per conoscere un episodio purtroppo poco noto della storia d’America e dei suoi bambini.
Christina Baker Kline è nata in Gran Bretagna ed è cresciuta tra l’Inghilterra e il Maine, negli USA. Ha insegnato scrittura creativa e letteratura a Yale e alla Drew University. Le cose che non so di te è il suo primo romanzo tradotto in italiano.
Autore: Christina Baker Kline
Titolo: Le cose che non so di te
Editore: Giunti
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 12 euro
Pagine: 318