Gli eroi imperfetti, protagonisti del primo romanzo di Stefano Sgambati (minimum fax 2014), sono persone comuni, alle prese con dolori comuni, fatiche di vivere, segreti inconfessabili. E quello che li vede protagonisti è un giallo, un romanzo d’amore e di famiglia, un romanzo di formazione e adattamento alla vita. Parlano di noi gli psicofarmaci della bella Irene, che usa il sesso per dimenticare la disperazione di aver perso sua madre e di non sapere bene come vivere. Siamo noi il libraio Matteo, che la ama perdutamente e pensa che il loro amore sia scritto nel destino perché ha assistito al ritrovamento della madre della ragazza trovata annegata nel Tevere quindici anni prima. Così come la coppia che apre il romanzo, il vinaio Corrado – una vineria a Ponte Milvio a Roma, un’inquietudine che lo porta ogni notte a camminare senza meta per non pensare a niente- e sua moglie Carmen: durante una cena a casa loro Gaspare, conoscente di Corrado, durante un “gioco della verità” racconta una sconvolgente verità sulla morte della moglie.
Questa rivelazione – che Sgambati non esplicita fino alla fine, e nemmeno alla fine – mette in crisi la coppia, mandandone in frantumi la noiosa e rassicurante routine. La storia di Irene e Matteo corre parallela alla prima: nei loro incontri sessuali, nell’impossibilità della ragazza di amare il libraio c’è in fondo tutta la vita irrisolta di lei, rimasta appesa alla mancanza della madre, all’odio-amore per il padre, alla delusione di una ragazzina per la fine del rapporto tra i genitori.
Del romanzo di Sgambati non si può anticipare di più: in fondo, pur essendo l’espediente su cui è costruito il romanzo, la rivelazione di Gaspare sembra quasi passare in secondo piano davanti alle vite dei suoi personaggi sullo sfondo di una Roma invernale e buia, in cui il Tevere è sul punto di esondare. Il bello sta proprio nel modo in cui lo scrittore scava incessantemente nei suoi personaggi, facendoli amare, facendoceli amare e odiare, facendoli soffrire come soffriremmo noi, senza niente di epico, come eroi del quotidiano. Come fa pensare Sgambati a Corrado a un certo punto: “io e Carmen seduti a un tavolino a due, mentre fuori la pioggia toglieva senso all’esistere: ecco cosa fanno gli eroi. Mica le guerre. Gli eroi non si arrampicano sugli alberi nelle foreste amazzoniche, non si fanno ammazzare in Bolivia (..). Gli eroi si siedono a un tavolino da due e trovano qualcosa da dirsi, occhi negli occhi. Gli eroi si sposano e poi tornano a casa insieme, rimanendo zitti durante la salita in ascensore. Questi sono gli eroi, gli stakanovisti della vita”.
Stefano Sgambati è nato a Napoli nel 1980, ma ha sempre vissuto a Roma. Attualmente abita a Milano, dove si occupa di giornalismo e letteratura. Ha pubblicato un libro di racconti e due saggi narrativi. Gli eroi imperfetti è il suo primo romanzo.
Autore: Stefano Sgambati
Titolo: Gli eroi imperfetti
Editore: minimum fax
Pubblicazione: 2014
Prezzo: 15 euro
Pagine: 277