La famiglia Paliani, al centro della narrazione del romanzo Dovunque, eternamente di Simona Rondolini (Elliot 2014), è una famiglia fuori dal comune: Luigi, famoso direttore d’orchestra e Olga, altrettanto famosa cantante lirica sono i genitori di Laura, studentessa universitaria alle prese con gli esami finali prima della laurea in lingue, protagonista del romanzo.
Laura è sopraffatta dalla forte personalità dei genitori, che invano cerca di imitare, che vivono la loro attività artistica con un’intensità debordante che riempie o, meglio, travolge e stravolge la sua vita quotidiana. In particolare, il padre, considerato il migliore interprete delle opere di Mahler, sempre più spesso, al termine dei concerti, viene assalito da attacchi di emicrania con una violenza che lo atterrisce. In questi casi trascorre intere giornate in piena solitudine, chiuso nel suo studio, immobile nella poltrona, gli occhi persi nell’oscurità della stanza, lontano e intollerante di qualsiasi rumore. Con il passare del tempo e il moltiplicarsi dei successi professionali, le emicranie si cronicizzano, refrattarie a qualunque approccio terapeutico, emerge una profonda depressione. Anche la madre vive in un mondo tutto suo, poco presente in famiglia, tesa costantemente alla sua promozione artistica ed affermazione personale. La tragica morte del padre rende la convivenza di Laura con la madre impossibile, inducendola a fuggire da casa, all’improvviso e senza più dare notizie di sé, a voltare pagina, a cercare una nuova vita in una nuova città.
È l’inizio per lei di una esistenza solitaria in un dimesso monolocale della periferia, ove gli unici a farle compagnia sono le voci e i rumori dei vicini che passano attraverso le pareti sottili: la tosse canina dell’uomo che ha visto uscire da una porta del piano di sotto, i capricci o i risvegli urlanti di un bambino, le liti improvvise della coppia che vive accanto. Non legge più giornali perché non vuol sapere cosa succede nel mondo accanto a lei, né legge più libri o segue la televisione di cui è sprovvista: la sera, non sapendo cos’altro fare, si corica molto presto a letto. Costretta dall’urgente necessità di guadagnarsi da vivere, accetta, suo malgrado, un lavoro duro e con taluni aspetti ripugnanti, in una fabbrica di macellazione di carni. Con il trascorrere del tempo esce dal guscio e dalla sua cercata solitudine, riuscendo a intessere alcuni rapporti sociali con vicini e compagni di lavoro che le rendono il tempo libero più accettabile. Ma, quando apprende casualmente della morte della madre il suo impulso immediato è quello di tornare a casa, anche se nel corso del suo “esilio” avesse sempre sperato in cuor suo di essere cercata. A contatto con il suo passato riemergono laceranti ricordi, sensi di colpa, sentimenti indelebili. L’incontro con persone importanti del suo passato la aiutano a maturare una maggiore consapevolezza di sé, a fare i conti con con sé stessa, consentendole di raggiungere un equilibrio meno precario in un’esistenza profondamente segnata dal dolore e dall’incomprensione. Al suo esordio letterario con questo bel romanzo l’autrice sorprende per la maturità e per la capacità di offrire, con una scrittura efficace e piacevole, una trama piuttosto originale, in cui convivono forti sentimenti e personalità di spicco e per la inusitata competenza con la quale introduce il lettore nel mondo, complesso e affascinante, della musica classica.
Simona Rondolini, nata nel 1970 a Perugia, dove risiede, è laureata in Filosofia.
Autore: Simona Rondolini
Titolo: Dovunque, eternamente
Editore: Elliot
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 318