Il libraio suona sempre due volte è innanzitutto il nome di uno spettacolo, quello che Davide Ferraris e Davide Ruffinengo portano in giro per l’Italia, nei teatri, nelle scuole, nelle piazze, presentando una dozzina di titoli e raccontando storie e aneddoti sul mondo dei libri.
Uno spettacolo che si è esteso fino a diventare questo libro, la storia di “Therese – Profumi per la mente” (http://www.libreriatherese.it), una libreria di quartiere e itinerante insieme, e delle due persone che si sono incrociate dandole vita. In un Paese dove solo il 14% delle persone legge almeno un libro al mese e dove il popolo dei non lettori è stimato al 50%, Ferraris e Ruffinengo dimostrano come quello dei librai è un mestiere che può sopravvivere solo se si accetta il rischio di reinventarsi e sperimentare.
È finito il tempo dei librai da banco, di quelli che quando ero bambina mi guardavano male se gironzolavo tra gli scaffali senza una meta precisa (“Cerchi qualcosa?!”). È il tempo del personal reader, delle cene a casa del libraio o, ancora meglio, delle cene preparate dagli scrittori. Queste sono solo alcune delle iniziative ideate da Davide Ruffinengo, un eclettico libraio senza libreria, nato in una casa senza libri e arrivato alla lettura dopo aver preso tra le mani i racconti di Edgar Allan Poe (e come non capirlo?). Davide Ferraris invece tra i libri ci è nato (a casa leggevo avidamente, senza mai essere sazio), è stato commesso nella piccola libreria sotto casa e in una libreria di catena (spesso faticavo a trovare una logica che non fosse quella del togliere e del mettere e men che meno un progetto culturale) prima di tentare l’avventura di creare una propria libreria di quartiere, uno spazio da far crescere rispondendo ai desideri dei clienti e creando occasioni di incontro (Si deve creare la grafica per il sacchetto della libreria? Perché non coinvolgere il quartiere?).
Due talenti profondamente diversi che si incontrano e si potenziano, non a caso l’ultimo capitolo del libro si intitola “Continua…”, perché Therese non è (solo) un luogo fisico ma una fucina di idee, un’entità che si rinnova giorno dopo giorno (alla radio, nelle aziende, su quattro ruote). Questa è un libro per chi ama leggere, per capire perché vale ancora la pena andare in libreria invece di affidarsi al catalogo di Amazon o alla corsia di un supermercato, o anche solo per chi ama le storie di coraggio che hanno un lieto fine e vuole trarre ispirazione dallo spirito di intraprendenza di questi due librai.
Mi aveva colpito tanto, in particolare, una riflessione di Therese nel corso del romanzo: “Che se ne fa di tutti quei libri? Come se potesse leggerli tutti in una volta. A un tipo così si dà del pazzo furioso, gli si tolgono i soldi perché non li sperperi e poi lo si manda a quel paese”. Chiamare così la mia nuova libreria mi è parso un bel modo per non prendersi troppo sul serio.
Ogni buon libro, per me, deve avere un buon profumo, trasmettere una piacevole sensazione fisica. La prima cosa che faccio, quando prendo in mano un volume di carta, è aprirlo e sentire che odore ha.
http://www.youtube.com/watch?v=Zcf5yMAuuMg
http://www.youtube.com/watch?v=FnKVX27y_zM
Autore: (a cura di) Matteo Eremo
Titolo: Il libraio suona sempre due volte
Editore: Marcos y Marcos
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: 13 euro
Pagine: 192