I figli sono i detective dei genitori, riflette il protagonista del romanzo di Patricio Pron, quando la malattia del padre lo costringe a far ritorno a Rosario in Argentina dopo otto anni di lontananza in Germania: se non vi fossero i figli a dar loro un ordine, le storie dei padri giacerebbero nell’oblio. Le esistenze di molti uomini sarebbero narrazioni troncate a metà, l’aborto di uno scrittore fallito, se non si riverberassero nelle parole e nella concezione del mondo di coloro a cui hanno dato la vita. Per esprime la sua visione dei rapporti fra le generazioni Pron, una delle voci più originali della letteratura sudamericana, ha messo in gioco le vicende drammatiche della sua stessa famiglia e del suo Paese. Pensando alla matrice autobiografica viene spontaneo definire Lo spirito dei miei padri si innalza della pioggia (Guanda)una rievocazione romanzesca nelle forma e nei toni: lo suggerisce, riecheggiando un verso di Dylan Thomas, lo stesso titolo. Ai genitori, militanti di un gruppo peronista ortodosso sciolto all’avvento delle dittatura, perseguitati dal regime, lo scrittore deve probabilmente un’infanzia traumatica; e pieno di ferite mai cicatrizzate l’alter ego di Pron nel libro si anestetizza, vagando per l’Europa imbottito di psicofarmaci.
Tuttavia il recupero di sé necessita di una riemersione nel dolore rimosso e non può certo coincidere con un patetico amarcord di tempi perduti. Dalla memoria dilacerata non affiorano ricordi consolatori ma solo ombre a cui dare un volto e un’identità. Al capezzale del genitore moribondo, fra le mura della sua vecchia casa, egli deve pertanto assumere le vesti dell’investigatore. Ma il resoconto conclusivo sull’indagine ha i connotati di un giallo snaturato nelle convenzioni di genere: il detective, coinvolto personalmente, segue la pista senza lucidità oscillando fra il delirio onirico e l’elencazione maniacale di titoli di libri e di farmaci. Ma soprattutto l’inchiesta non porta al ripristino delle giustizia offesa: frugando nei documenti raccolti e studiati del padre, il protagonista scopre una vicenda esemplare e quasi analoga a quella dei Pron nella storia ( vera anche questa) dei fratelli Buridisso, uno gettato in un pozzo da una banda di truffatori, l’altra desparcecida.
Il nesso è la parentela ideale definita dal sentimento di una sconfitta irreparabile e dal conseguente senso di colpa: la rivoluzione mancata dei padri ha avuto come principale vittima la generazione immediatamente successiva, venuta al mondo come premio di consolazione. Tuttavia nella ricerca di un lieto fine compensatorio il romanzo approda alle stesse illuminante conclusioni del bel saggio di Recalcati, Il complesso di Telemaco.Genitori e figli dopo il tramononto del padre ( Feltrinelli 2013): i padri non sono più guida ma testimoni di come ci può smarrire vagando per il mare, il Telemaco dei nostri giorni deve solo starli ad ascoltare e non dimenticare.
Patricio Pron (1975) ha conseguito un dottorato in Filologia romanza all’Università di Göttingen e attualmente vive a Madrid, dove lavora come traduttore e critico letterario. È autore di racconti e romanzi che hanno ricevuto numerosi premi. La rivista Granta lo ha inserito tra i venti migliori nuovi scrittori di lingua spagnola.
Autore: Patricio Pron
Titolo: I figli sono i detective dei genitori
Editore: Guanda
Traduzione: Roberta Bovaia
Anno di pubblicazione: 2013 ( edizione italiana 2013)
Pagine: 208
Prezzo: 16 euro