Sognavamo macchine volanti è il titolo dell’antologia di fantascienza curata da Claudio Asciuti (scrittore, saggista e vincitore del Premio Urania) per la neonata casa editrice Cordero. Titolo emblematico di tutta una generazione che, appunto, stava con il naso all’insù a sognare macchine volanti, reali o immaginarie, provenienti o in partenza per altri mondi, simbolo stesso del progresso e delle promesse del futuro.
Gli autori riuniti da Asciuti in quest’antologia hanno raccolto la sfida di raccontare lo spirito di quella generazione, rimmergendosi nei temi e nello stile narrativo degli anni Sessanta, qui considerati sia come stagione più felice della fantascienza e sia come matrice del mondo moderno. Non una selezione di racconti d’epoca ma un esperimento letterario volto a riprendere i sogni, le inquietudini e i modi di raccontare tipici di quel momento. Un esperimento che correva certo il rischio di ridursi a un insieme di esercizi di scrittura ma che fortunatamente risulta invece piacevole e interessante, in ogni racconto si sente forte una voce e una personalità, nulla da invidiare ai sempre più celebrati autori anglosassoni.
Gli autori coinvolti nel progetto sono giovani e meno giovani, non una rimpatriata di penna di ex-ragazzi degli anni Sessanta dunque, e forse anche grazie a questo non si guarda al passato con occhi nostalgici ma piuttosto con gli occhi di chi riscopre e interpreta delle icone: ci sono certo tutti i temi “tipici” di quegli anni ma senza cadere nel macchiettismo e nella difesa (o nella condanna) a priori delle ideologie. Ci ritroviamo così nel Vietnam al seguito di un manipolo di soldati americani dediti agli acidi, nell’Italia fascista scopriamo la verità sul primo lancio sulla Luna, apprendiamo la verità sulla scomparsa di una ragazzina e di un musicista rock, la morte di Bob Dylan scatena una serie di rivoluzioni politiche dagli esiti imprevedibili…
Una raccolta di racconti adatta a quelli che la fantascienza degli anni Sessanta non l’hanno mai conosciuta se non attraverso gli echi delle serie TV e a chi aspettava ogni due settimane le prime uscite di Urania, o più semplicemente a tutti gli appassionati del genere e dei buoni racconti in generale.
“Tutti gli sguardi erano puntati sul rogo del capannone, quasi ipnotizzati dalle fiamme. Solo io alzai gli occhi al cielo, a cercare un punto luminoso in movimento che ormai si confondeva con le stelle. In quell’istante brillò di una luce più intensa, s’infiammò e si divise. Vidi distintamente il punto luminoso riprendere la sua parabola e l’altro allontanarsi e spegnersi nel buio”
“Poco dopo il seppellimento di Dylan, la macchina si mise in moto, non solo in Amerika ma un po’ su tutti i fronti: John Lennon cercò di versare arsenico nel tè della Regina ma fu denunciato alle autorità prima di poter portare a termine i suoi propositi da un’eccentrica artista giapponese chiamata Yoko Ono che perì in seguito tentando, in un soprassalto di tardivo pentimento, di far evadere il prigioniero dalla Torre di Londra nella quale l’ex baronetto era stato eccezionalmente rinchiuso”
Claudio Asciuti è nato a Genova nel 1956. Ha pubblicato i romanzi Il Signore della Morte (Solfanelli, 1988), La notte dei pitagorici (Mondadori, 1999), per il quale ha vinto il Premio Urania, e I semi di Marizai (Fanucci, 2006). È stato coautore dei saggi Effetto macchina. Il cinema di fantascienza (Il Formichiere, 1978) e Il cinema fantasy (Fanucci, 1985). Collabora con Carmilla e Pulp.
Autore: AA.VV.
Titolo: Sognavamo macchine volanti
Editore: Cordero
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: 15 euro (4 euro – ebook)
Pagine: 210