Lanterna Magica (Garzanti, 2013) è l’autobiografia di Ingmar Bergman sviluppata come se fosse un film con i personaggi della sua memoria. Bergman si muove all’interno di un mondo che non c’è più, partendo dalla sua infanzia per arrivare a raccontare le prime esperienze sessuali dell’adolescenza e i grandi amori della sua vita.
Non è semplice scrivere un’autobiografia, bisogna essere consapevoli di aver vissuto ma un anziano Bergman, nel 1986, decide di dare alle stampe questo testo arricchendo il suo discorso filmico con una parentesi letteraria imperdibile. Si mette a nudo senza autocensurarsi, regala un testo intimo e raffinato che non fa sconti, svelando la piccolezza della vita con ironia e genialità. Non mancano i riferimenti al mondo dello spettacolo e al suo cinema, un personale atto d’amore per Strindberg, il suo più grande mentore, e non manca quel pathos che ci si aspetta. Bergman si confessa al suo pubblico ma è eccellente nel descrivere luoghi, incontri, eventi, desidera costantemente essere se stesso e non tradire il lettore. Difende le diverse molteplicità identitarie che offre durante la narrazione e non opera alcuna separazione tra il Sé bambino, il Sé giovane e il Sé adulto. Un’operazione atipica ma equilibrata e, pur se talvolta appare pesante e disorganica, riesce a conquistare l’attenzione del lettore e ad ammaliarlo fino alla fine.
Ingmar Bergmann è stato uno dei più grandi registi del cinema mondiale. Famoso per film come “Il posto delle fragole” e “Scene da un matrimonio”, ha teorizzato un cinema “cameristico” e psicologico, fortemente incentrato sulle caratteristiche dei personaggi.
Autore: Ingmar Bergman
Titolo: Lanterna magica
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: 13 euro
Pagine: 259