Antonio Tabucchi ci ha lasciato un’eredità molto importante e Di tutto resta un poco (Feltrinelli 2013) è il suo testamento a tutti gli effetti. Uscito nelle librerie a poco più di un anno dalla sua morte, racchiude tutto l’universo tabucchiano, l’esperienza di vita e culturale di uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento.
Cosa ci insegna Tabucchi in questa raccolta di saggi? Ci insegna il piacere della scrittura, la scoperta della lettura, ci conduce per mano nei meandri di un’umanità sconosciuta e ci racconta il senso dell’Incontro. Tabucchi è un uomo con una diversa nozione di tempo, uno spirito libero, dominato dal Caso e dalla Fatalità, un esploratore del linguaggio. L’incontro con Fernando Pessoa, scrittore sconosciuto in Italia prima delle meravigliose traduzioni di Tabucchi, è avvenuto in maniera fortuita, casuale, e ha caratterizzato fortemente la sua vita fino alla sua morte. Per Tabucchi esistono mille ragioni per scrivere e il compito della letteratura, contrariamente alla scienza, è di portare a galla qualcosa che già esiste, scoprendolo.
Tabucchi ha fatto questo con Pessoa ma è un grande scrittore perché ha portato alla luce dei concetti, legati al tempo, al viaggio, all’anima, che in Italia, prima di lui, non erano mai stati trattati in questo modo. Difficile categorizzarlo : esistenzialista e surrealista, popolare e inaccessibile. Tabucchi, in realtà, è uno scrittore che riassume in sé tutti gli opposti – e il lettore lo evince anche dal testo postumo curato da Anna Dolfi – senza avere la pretesa di essere narrativo. Nei suoi libri presenta continui salti temporali confondendo il lettore – come capita in “Si sta facendo sempre più tardi” – oppure racconta la Storia attraverso una serie di fotogrammi, come in “Sostiene Pereira”.
Ma in ogni suo testo il protagonista vive una lenta trasformazione del Sé che è, in realtà, il vero elemento autobiografico dell’opera di Tabucchi. Lo si evince dal racconto della sua vita in “Di tutto resta un poco”, dalle continue citazioni, da Drummond De Andrade a Fellini, dal modo in cui rilegge le opere che ha amato. Tabucchi non ha fatto altro che parlarci di sé e di come si è trasformato nel corso degli anni. “Di tutto resta un poco” è, in definitiva, un’opera raffinata, rigorosa e lucida e un passo importante per conoscere al meglio un grandissimo narratore dei nostri tempi.
Antonio Tabucchi è stato uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Ha il merito di aver tradotto e fatto conoscere uno sconosciuto Fernando Pessoa in Italia e di aver scritto “Sostiene Pereira”, vincitore del Premio Super Campiello. Narratore sopraffino, intellettuale lucido e coscienzioso, con “Di tutto resta un poco” ha lasciato ai suoi lettori un testamento imperdibile.
Autore: Antonio Tabucchi
Titolo: Di tutto resta un poco. Letteratura e cinema
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2013<>
Prezzo: 20 euro
Pagine: 300