Ci sono sette modi per ammazzare un gatto, ma alla fine ce ne sono solo due: con le buone o con le cattive”, così dice il Chueco mentre scuoia un gatto, cena ricca per quelli del barrio, e in questa battuta è sintetizzato lo spirito di chi giorno per giorno si deve votare alla sopravvivenza nella periferia di Buenos Aires.
Così si apre il romanzo di Matías Néspolo, Sette modi di ammazzare un gatto (Edizioni Socrates, 2012) per l’appunto. Per mettere insieme qualche soldo il Chueco convince il Gringo a rapinare il Gordo Farías, proprietario di una bettola che serve vino e birra che sono veleno per topi. Un colpo sicuro, perché se nel barrio girano pochi soldi qualche pesos per bere si rimedia sempre, ma che supera il confine di una delle poche leggi del quartiere: “i lavoretti si fanno fuori”, guai a toccare uno dei tuoi.
Un episodio di piccola sopraffazione, ordinaria amministrazione in un microcosmo dove gli animi umani sono presto ridotti alla ferocia più primitiva, ma sarà questo il detonatore degli eventi che cambieranno la vita del Gringo, ragazzo mai così in bilico tra definitivo abbrutimento e affrancamento da un sistema che vuole per tutti un destino già segnato.
Per svuotarsi le tasche dai soldi scomodi il Gringo si concede una giornata di bagordi al centro di una città già piena di cortei; si mangia una pizza come si deve, sceglie un paio di scarpe, e infine compra una copia di Moby Dick. La compra per il disegno della grossa balena bianca in copertina, perché è “vera e selvaggia” e perché gli ricorda “dei cartoni animati di una balena bianca che volava. Una cosa da checche, ma mi piaceva”. In un incalzarsi di eventi in cui le amicizie si fanno sempre più dubbie e l’amore arriva inaspettato e confuso il Gringo trova proprio in Ismaele il suo principale interlocutore, un inaspettato alter ego di carta, spettatore alieno dell’ossessione per la vendetta che il capitano Achab si porta dentro.
Matías Néspolo realizza un romanzo pieno di suggestioni e rimandi, una storia dal doppio spessore: c’è innanzitutto il barrio stesso, vivo in ogni pagina quasi come un personaggio a sé, tanto che si può quasi sentire in bocca il sapore del mate cocido; ma sopra questo mondo che vive di leggi proprie si inizia a percepire il movimento delle correnti della crisi sociale e dei tumulti che si muovono agitate intorno questa frontiera della civiltà, correnti che rischiano di spostare la vita del Gringo fuori dalla rotta che lui stesso pensa di poter scegliere.
“Secondo lui, Moby Dick non fa paura per la sua grandezza, né per la scia di cadaveri e navi affondate che va lasciando al suo passaggio, ma in quanto è bianca come il latte. Non fa paura perché è così infida e bastarda. Ciò che atterrisce è la contraddizione: che sembri tanto innocente. Immacolata come un agnellino”.
Matías Néspolo, nato a Buenos Aires nel 1975, ha studiato lettere e giornalismo, scritto poesie e racconti. Vive a Barcellona dal 2001 dove lavora come giornalista e, nel 2010, è stato selezionato da Granta come uno dei migliori giovani romanzieri di lingua spagnola e sembra destinato a una carriera letteraria di successo. Sette modi di ammazzare un gatto è il suo primo romanzo.
Autore: Matías Néspolo
Titolo: Sette modi di ammazzare un gatto
Editore: Edizioni Socrates
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 14 euro
Pagine: 168