Protagonista del romanzo storico di Sarah Dunant, Sangue e onore. I Borgia (Neri Pozza, 2013) è la famiglia spagnola dei Borgia, Rodrigo, diventato nel 1492 papa Alessandro VI, e i figli Cesare e Lucrezia.
Ma chi fu Alessandro VI? Stando agli studiosi egli fu più monarca che pastore di anime, ma fu anche devoto alla Madonna, lungimirante in campo teologico e capace di soluzioni equilibrate in ambito politico. E probabilmente neppure la famiglia di lui fu quel coacervo di mostri sanguinari e incestuosi che i dossier calunniosi degli avversari hanno consegnato al nostro immaginario collettivo.
L’autrice veste i panni dello storiografa imparziale nel ricostruire, lasciandolo sullo sfondo, il contesto di un’ epoca pragmatica, nella quale ai papi non era consentito d’essere molto diversi da quello che fu Alessandro VI: in un’Italia divisa, alla fine del XV secolo, in tante città stato, in mano a dinastie familiari, a chi sedeva sul trono della Chiesa si chiedeva la realpolitik del “principe”, tratteggiato da Machiavelli, metà “golpe” e metà “lione”. Tuttavia investigare sulle complesse dinamiche degli accadimenti esula dal compito del romanziere: egli deve andare oltre fonti e documenti nella ricerca della verità psicologica di chi degli eventi è stato attore.
Pertanto Sangue e onore. I Borgia non è una ricostruzione esaustiva dell’Italia del Rinascimento: gli avvenimenti vengono infatti presentati non oggettivamente, bensì nel modo in cui essi si rifrangono nello stato d’animo di chi li vive. Dall’interiorizzazione dei fatti scaturisce un ritratto in chiaro scuro di Alessandro, Lucrezia, e Cesare: le ombre certo prevalgono sulle luci, eppure in tal modo le figure leggendarie diventano uomini e donne vivi delle loro passioni e delle loro fragilità. Di Alessandro si rappresenta la sorprendente emotività: egli prega fervidamente la Madonna, in quanto madre, giacché in lui il calcolatore ambizioso vacilla di fronte all’amore per i figli. Cesare invece non sente alcun Dio al suo fianco: egli è un combattente nato, ossessionato dal potere, che vuole ad ogni costo e per il quale uccide, ma è devastato, più che dalla sifilide, da una passione continuamente rimossa per la sorella Lucrezia. Di quest’ ultima si descrive il sofferto percorso di formazione che la conduce alla scoperta della ribellione nei confronti dei feroci carcerieri, il padre e il fratello, che l’hanno sempre asservita alle interessi di famiglia, sottraendole con l’omicidio gli uomini amati.
Nella pagina della Dunant, dove prevale la prospettiva soggettiva dei protagonisti, il giudizio morale viene bandito: sarà poi la Storia a condannare gli uni e ad assolvere gli altri. Il dramma ormai è stato recitato e ciascuno ha svolto la propria parte: sopravvive però disponibile negli infiniti archivi dell’immaginario la patetica immagine di un vecchio papa sentimentale che corre da una finestra all’altra del Vaticano per vedere per l’ultima volta la figlia che si allontana sotto la neve.
Sarah Dunant è l’autrice di The Birth of Venus e The Company of the Courtesan, due romanzi storici ambientati rispettivamente nella Firenze dei Medici del 1490 e a Roma e Venezia tra il 1527 e il 1530. Con Le notti al Santa Caterina completa il suo ciclo narrativo dedicato a un secolo della storia d’Italia. Sarah Dunant ha studiato a Cambridge, ha lavorato a lungo per la BBC, insegna Storia del Rinascimento e vive tra Londra e Firenze.
Autore: Sarah Dunant
Titolo: Sangue e onore. I Borgia
Editore: Neri Pozza
Traduzione: Maddalena Togliani
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 576
Prezzo: 18 euro
*articolo di Augusto Leone