Parlo d’amor con me di Paola Calvetti è da poco in libreria per Mondadori (collana Libellule italiane). «Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio»: così scrive Giuseppe Verdi in una lettera.
Unica al mondo nel suo genere, la Casa di Riposo voluta dal grande Maestro – che le destinò la propria eredità – aprì i battenti nel 1902: oggi tutti a Milano sanno dove si trova Casa Verdi, tra le cui mura austere e accoglienti vivono decine di musicisti anziani e non solo. È in questa Casa speciale che Paola Calvetti sceglie di immaginare la vita di Ada, eccentrica cameriera che cova un sogno nel cuore: un personaggio “emarginato” e struggente, come Rigoletto, come Violetta, come tanti altri che Verdi rese immortali nelle sue opere.
Muovendosi in punta di piedi, Ada conosce tutti gli ospiti e di tutti “colleziona” le vite ardenti. Piera, che muove ancora con grazia le mani sul pianoforte, Kimiko, soprano giapponese, Luisa, la famosa Annina che cantò nella Traviata insieme a Maria Callas, Ferro, il violinista gentiluomo che in gioventù spezzò decine di cuori, e gli altri si preparano con trepidazione a una grande festa, e intanto lasciano riaffiorare le proprie passioni non sopite. Come la musica, che non teme il tempo, come l’amore, che può (ri)nascere anche tra le pareti di Casa Verdi…
Nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, Paola Calvetti celebra il Maestro attraverso quella che egli stesso considerava la sua opera più imperitura e insieme dà vita a un libro intenso e inconsueto, che racconta come l’arte sia inestricabilmente congiunta alla vita e possa renderla degna di essere vissuta.
Estratto. Con le dita stringevo il bordo della poltrona di velluto rosso e per l’eccitazione non riuscivo nemmeno a sollevare il programma che la Luisa mi aveva regalato. Potevo dirle che conoscevo il libretto riga per riga? Che Violetta per me è una specie di sorella e raccontarle di quando ha cominciato a frullarmi in testa l’amore per l’opera? Potevo confessarle che per me non c’è posto migliore al mondo e che dentro un’opera sono persino contenta di soffrire?
Quando il sipario si è alzato, le luci si sono abbassate e si è accesa la musica, alla Luisa ho solo detto: «Grazie».
Paola Calvetti, giornalista, ha lavorato alla redazione milanese del quotidiano «la Repubblica». Dal 1993 al 1997 ha diretto l’Ufficio Stampa del Teatro alla Scala e, in seguito, è stato direttore della Comunicazione del Touring Club Italiano. Oggi scrive per il «Corriere della Sera» e il settimanale «Io Donna» e cura la Posta del cuore del settimanale «TuStyle». Finalista al premio Bancarella con il romanzo d’esordio, L’amore segreto, nel 2000 ha pubblicato L’Addio, nel 2004 Né con te né senza di te, nel 2006 Perché tu mi hai sorriso (tutti oggi in edizione ebook Mondadori) e nel 2009 Noi due come un romanzo (Mondadori), seguito nel 2012 sempre per Mondadori da Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili