“’Na bella famiglia, non c’era che dire! Forsi un covo di vipere era meglio”. È Un covo di vipere di Andrea Camilleri (Sellerio 2013) al centro del trentunesimo romanzo dedicato al commissario di Vigata Salvo Montalbano nato dall’intuito del Maestro siciliano.
Alle sei e trenta di una mattina di fine estate Salvo era stato svegliato da una “friscata” che insolente si era insinuata nel suo sogno. Insieme a Livia, la sua storica fidanzata, Montalbano si era trovato dentro una foresta “virgini” e ”’ntricata”. Entrambi nudi come Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, all’interno di questa foresta dipinta, Salvo si era accorto di essere dentro il quadro Il Doganiere di Rousseau quando “supra a un ramo si posò ‘n aceddro, forsi un usignolo. Fatto ‘na speci d’inchino all’ospiti, attaccò Il cielo in una stanza”. Poi ci fu un botto, un secondo, un terzo più forte dei precedenti e “Montalbano s’arrisbigliò”. Il commissario “santianno”, comprese che era scoppiato un grandissimo temporale, quindi “si susì” cercando di capire da dove veniva il suono della “friscata”. Fuori, nella verandina, “un omo” e non un usignolo “che sapiva friscare come a ‘n aceddro” continuava la sua melodia. Seduto a terra “un cinquantino malo vistuto, la giacchetta strazzata, la varva longa che pariva Mosà, ‘na massa di capiddri cinirini arruffati. Allato a lui, un sacco. Un vagabunno, era chiaro”. Un vagabondo, sì, che però parlava un italiano perfetto. L’incontro con questo distinto gentiluomo che abitava in una grotta poco distante, sarebbe stato risolutivo per l’indagine che Montalbano stava per iniziare.
Nel metafisico paese di Vigata, in contrada Pisacane, all’interno del villino Mariella, un’abitazione a un piano, che si trova proprio davanti alla strada che costeggia la spiaggia è stato assassinato il ragioniere Cosimo Barletta. L’uomo è stato trovato cadavere seduto nel tavolo della cucina, sorpreso da un colpo di pistola alla nuca dopo aver bevuto una tazza di caffè. Barletta, vedovo con due figli adulti Arturo e Giovanna, apparentemente conduceva una vita specchiata ma in realtà il “raggiuneri” non solo era un “fimminaro” ma possedeva un carattere laido, abietto, disgustoso e malvagio. Come se tutto questo non fosse già abbastanza, Barletta non era solamente un affarista senza scrupoli, ma un uomo capace di approfittarsi di una “picciotta in difficortà” per poi ricattarla per “continuari a portarisillarla a letto”.
Quindi se il morto era un uomo capace di ogni nefandezza, il numero delle persone che avevano motivo di odio nei suoi confronti “doveva essere una cifra a due zeri”. L’indagine si presentava “come ‘na grannissima rottura di cabasisi”, ci sarebbero state decine di piste da seguire e tutte sarebbero “arrisultate fàvuse”, mentre da Genova stava per arrivare Livia che avrebbe subito fatto amicizia con il vagabondo, un personaggio straordinario. “S’assittò supra allo scoglio chiatto e lassò che per ‘na decina di minuti il sole lo quadiasse. Poi s’addrumò ‘na sicaretta. Volivi statri per qualichi minuto con la testa sgombra di pinseri”.
Nel paese senza tempo di Vigata, proseguono con successo le avventure del commissario Montalbano, adorato dalla critica, dai lettori e dal pubblico televisivo grazie alla fiction interpretata da Luca Zingaretti. Ancora una volta il contastorie Camilleri, che ama scrivere per raccontare storie, fa centro con la narrazione delle meschinerie e bassezze del ragioniere Barletta. Un covo di vipere a solo una settimana dall’uscita del romanzo si trovava al top della classifica dei libri più venduti in Italia. Complimenti commissario!
“La scrittura di questo romanzo che avete in mano risale al 2008” avverte il prolifico scrittore nelle note finali del volume. “La pubblicazione venne allora rimandata perché troppa vicino a La luna di carta del 2004, dove non avevo avuto il coraggio di sviluppare fino in fondo un tema che continua ad essere di difficile trattazione… Qui mi ci sono provato”.
Infine il più grande scrittore italiano del trentennio avvisa i suoi lettori che “in questa storia, interamente dovuta alla mia fantasia, mi auguro che nessuno pretenda di riconoscersi”.
Andrea Camilleri è nato il 6 settembre del 1925 a Porto Empedocle, vive da molti anni a Roma ed è regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Con La stagione della caccia (Sellerio1994) inizia il suo successo letterario che esploderà nello stesso anno con La forma dell’acqua, primo romanzo dedicato al Commissario Montalbano. Da allora il successo si amplia, Camilleri diventa un autore best-seller con quasi 70mila copie vendute. Oltre ai romanzi dedicati al Commissario Montalbano, Camilleri ha pubblicato Il Re di Girgenti (Sellerio 2001), La presa di Macallè (Sellerio 2003), Le pecore e il pastore e Maruzza Musumeci (Sellerio 2007), Il casellante (Sellerio 2008), Il sonaglio (Sellerio 2009). Pubblicato nel 2009 anche il romanzo pirandelliano La tripla vita di Michele Sparacino (Rizzoli) e La danza del gabbiano (Sellerio). Altri romanzi pubblicati Il nipote del negus, La caccia al tesoro, Il sorriso di Angelica (Sellerio 2010), Acqua in bocca scritto con Carlo Lucarelli (Minimum Fax 2010). Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata (Sellerio 2011), Una voce di notte (Sellerio 2012). Fino a oggi Andrea Camilleri ha venduto 14 milioni di copie tradotte in oltre 30 lingue in tutto il mondo. La serie tv Il commissario Montalbano tratta dai romanzi di Andrea Camilleri protagonista Luca Zingaretti per la regia di Alberto Sironi in onda su Rai 1 dal 1998 ha raggiunto livelli di ascolto record.
Autore: Andrea Camilleri
Titolo: Un covo di vipere
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: 14,00 Euro
Pagine: 304