La realtà a volte è doppia, e altre tripla dice il barista, agente della CIA in incognito, a Bruno, il professionista romano in crisi, protagonista de Il tunnel (Di Renzo editore 2012). Città e Paesi non sono dunque una realtà univoca: le metropoli del mondo si incuneano l’una nell’altra, nella Teheran, governata dalla teocrazia, o nella Damasco, sull’orlo della guerra civile, vive sotterranea un’anticittà gaudente, e il frenetico edonismo delle capitali d’occidente nasconde un’anima nera.
Bruno e Stefano, il suo più caro amico, nei labirinti occulti della città sono costretti ad addentrarsi: l’uno, scopertosi padre inaspettatamente, senza più un lavoro, deve improvvisarsi spia, all’altro l’amore per la moglie Fatima impone la devozione alla causa palestinese. L’avventura per entrambi inizia nei luoghi ove Oriente e Occidente si incrociano complici: Stefano, nella sua qualità d’intermediario d’affari, organizza da Teheran una spedizione, via Damasco, di missili destinati ai militanti di Hezbollah, Bruno, lo raggiunge nella capitale siriana, con lo scopo di stargli alle costole, raccoglierne le confidenze e riferire ai servizi segreti statunitensi. E qui saremmo nel bel mezzo della classica spy story, se l’autore, Gianni Perrelli, reporter de “L’Espresso, avesse scelto di affidarla ad eroi audaci ed acrobatici alla James Bond votati anima e corpo alla lotta contro diabolici avversari.
In realtà si ha l’impressione che il nucleo generativo del romanzo sia la nostalgia, personale dello scrittore e di chi, come lui e i suoi personaggi, negli anni della contestazione ha vissuto una giovinezza all’insegna della speranza in un mondo migliore. Il mestiere di osservatore in giro per le zone calde del pianeta ha offerto al giornalista Perrelli la certezza che ovunque è lo stesso paese: crollate ideologie e utopie, a far argine contro l’angustia degli egoismi individuali rimane solo il fanatismo devastante dei fondamentalismi. Dunque per l’uomo contemporaneo non vi sono altri orizzonti oltre il brutale soddisfacimento delle voglie materiali? Idealismo ed imperativi morali sono ancora attuali?
Il tunnel dunque intrattiene il lettore, lo informa su realtà altrimenti poco conosciute, ma anche, pur senza grandi ambizioni, lo interroga attraverso la fragilità intima dei suoi protagonisti: nella distopia delle bombe e del pragmatismo cinico sia Stefano sia Bruno, nonostante il ruolo attivo imposto loro dalle circostanza, si sentono spaesati, avvertendo in se stessi il controcanto pressante del giovane idealista del passato. Il percorso di viaggio è a ostacoli e l’esito è incerto per entrambi. Le bandiere delle grandi utopie non sventoleranno più, l’umanità non avrà la propria palingenesi, questo è certo: l’essere fedeli a stessi, nel bene e nel male, è allora l’unico lieto fine possibile.
Gianni Perrelli scrive reportages e interviste prevalentemente dall’estero per “L’Espresso”. Dopo una parentesi giovanile nel giornalismo sportivo (era inviato di calcio al “Corriere dello Sport”) è stato caporedattore, capo degli esteri e corrispondente da New York per “L’Europeo” e “L’Espresso”. Ha inoltre diretto il settimanale sportivo “Special”. È autore di saggi e romanzi.
Autore: Gianni Perrelli
Titolo: Il tunnel
Editore: Di Renzo editore
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 264
Prezzo: 14 euro
*articolo di Augusto Leone