È un insieme di vite piegate dalla Rivoluzione khomeinista L’albero dei fiori viola, bellissimo romanzo di Sahar Delijani (Rizzoli 2013) che attraversa la storia iraniana dagli anni Ottanta ad oggi. Protagonisti, giovani uomini e donne che avevano creduto nella Rivoluzione e avevano manifestato e combattuto per cacciare lo Shah, e si trovarono poi, a rivoluzione avvenuta, con un regime dispotico come se non più del precedente, costretti quindi alla clandestinità per difendere la società libera e laica in cui avevano creduto.
Il romanzo di Sahar Delijani è un libro di donne e famiglie cresciute insieme attorno a un cortile e ai fiori viola di un albero di jacaranda, e ugualmente ferite e distrutte. Donne come Azar, che imprigionata per le sue attività contro il regime, si vede sottrarre la figlia neonata partorita in carcere. Donne come Leila, che rinuncia all’amore della sua vita, il giovane Ahmad, e alla fuga all’estero, per prendersi cura dei bambini delle sue sorelle, entrambe in prigione. Donne come Maryam, che incinta di una bambina va a trovare il marito Amir in prigione, e riceve un giorno la notizia della sua morte, insieme a un pacco di abiti di un altro prigioniero, persino “il morto sbagliato, gli oggetti sbagliati”. E come Sheida, che emigrata in Italia, a Torino, scoprirà trent’anni dopo la vera storia di suo padre.
Un libro di bambini: Neda è nata nella prigione di Evin, dove a sua madre è concesso di prendersi cura di lei per pochi mesi prima che un giorno le braccia delle guardie appaiano alle porte della cella e improvvisamente la portino via. Omid, all’età di tre anni, assiste all’arresto dei genitori, militanti politici, dal suo seggiolone al tavolo della cucina, mentre lo yogurt gli gocciola ancora dalle dita. Bambini soli, abbandonati dalle madri, partoriti in carcere come la stessa Delijani, che nacque nel 1983 nella prigione di Evin, a Teheran, lo stesso anno in cui i suoi genitori furono arrestati a causa della loro lotta politica contro il regime islamico.
Ed è, infine, un libro sull’importanza della memoria sia come via per la costruzione della propria identità individuale, come farà la giovane Sheida alla fine del libro, sia come indispensabile strumento di consapevolezza per tenere unito un popolo. Dalle sofferenze dei genitori a quelle dei figli, con la nuova ondata di proteste, la “Rivoluzione verde” del 2009 contro la rielezione del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad.
Sahar Delijani è nata nella prigione di Evin, a Teheran, nel 1983. Nel 1996, quando aveva dodici anni, i genitori decisero di emigrare in California, per unirsi alla famiglia della madre. In California ha frequentato l’Università di Berkeley dove si è laureata in Letteratura Comparata. Nel 2006, dopo aver conosciuto suo marito a Berkeley, si è trasferita a Torino, dove vive tuttora. Le sue opere sono apparse in varie pubblicazioni e riviste letterarie fra le quali The Battered Suitcase, Tryst, SliceMagazine, Prick of the Spindle, Perigee, Border Hopping, Berkeley Poetry Review, e Sangam Review. Sahar Delijani è stata nominata per il Premio Pushcartnel 2010 e nel 2011, e ha a lungo collaborato con la rivista politico-culturale Iran-Emrooz (Iran di Oggi). L’albero dei fiori viola è il suo primo romanzo.
Autore: Sahar Delijani
Titolo: L’albero dei fiori viola
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 330
Prezzo: 18 euro