Emerge un nuovo e sottile Jorge Luis Borges in questo Linguaggio dell’intimità (Mimesis, 2012), un’intervista per la televisione pubblica spagnola, in una Spagna da pochissimo liberata dalla dittatura franchista, nel novembre del 1976.
Lo scrittore argentino si presenta agli occhi (e alle orecchie) dei telespettatori sfoggiando una lucidità impressionante e raccontando, senza ritrosia, il suo universo. Ecco, quindi, sfoggiare una serie di codici che lo sostengono, a discorrere sul suo stile e sul metodo adottato nel momento topico della scrittura. Le immagini si rincorrono, Borges è inarrestabile e l’intervistatore quasi fatica a stargli dietro per la quantità di informazioni fornite al pubblico di appassionati.
Siamo di fronte a un bibliotecario, a un collezionista di immagini e sensazioni, a un uomo molto sensibile che, a fine carriera, vuole mettersi in discussione e chiacchierare con i suoi lettori, seppur attraverso il mezzo televisivo. Sono pagine importanti, non solo per “completisti”, che forniscono uno dei percorsi possibili per interpretare la letteratura borgesiana.
L’anima e la mente dello scrittore si con-fondono con quella del bibliotecario, Borges ripercorre la sua vita attraverso le sue letture, le lingue studiate e i suoi interessi. Non si avverte stanchezza in lui ma piuttosto si sente il peso dell’intimità dello scrittore e lo stupore di un uomo curioso di fronte all’infinito.
Jorge Luis Borges è considerato uno dei maestri della letteratura del Novecento. La sua scrittura, attraverso una finissima erudizione, svela un universo simbolico nel quale sfumano i confini tra il reale e il fantastico.
Autore: Jorge Luis Borges
Titolo: Il linguaggio dell’intimità
Editore: Mimesis
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 3,90 euro
Pagine: 62