Una buona storia ha bisogno di buoni ingredienti e Cosimo Argentina dimostra di essere un cuoco niente male. Per sempre carnivori (minimum fax, 2013) non è il solito noir, tuttavia la sua forza sta proprio nella padronanza degli elementi più efficaci del genere. L’incipit è di quelli che trascina immediatamente il lettore dentro la storia, quasi con violenza, sbattendogli in faccia una testa mozzata, costringendolo a guardarla, per poi spiegargli per bene cosa c’è da raccontare. È la storia di Leone Polonia, venticinquenne indolente finito in una provincia di Taranto dimenticata da Dio, costretto a vivere nello squallore della casa in riva al mare che divide col padre alcolizzato. Leone trova lavoro come insegnante alla Nuova Caledonia di Ginosa, una scuola privata frequentata dai figli degli arricchiti locali che ciondolano da quelle parti per intascare alla meno peggio il diploma.
Nessuna missione dell’insegnamento, né il desiderio di cambiare la situazione o di infondere la conoscenza. A Leone non importa granché della sorte dei suoi studenti e si concentra tutt’al più sulle serate con Mako e il dentuso, altri due professori in forza alla Nuova Caledonia che spiccano più per la loro dedizione alla baldoria notturna che per capacità di didattica. Disilluso, cinico, rabbioso, il racconto in prima persona di Leone offre un’analisi dettagliata della miseria umana, sociale e culturale della scuola privata, così come della provincia pugliese, abbandonata a se stessa e simile a una disastrata terra di frontiera. Argentina è un abile ritrattista e i suoi personaggi – con il loro bagaglio bisunto di abitudini, parlate, silenzi, sottintesi – sono uno sfoggio di bravura, una creazione credibile e fotografica. L’ambientazione, poi, è uno sfondo muto ma onnipresente, che stringe la storia come una morsa.
Buona parte del romanzo è dedicata alla cronaca delle bevute del trio Leone-Mako-dentuso, che è probabilmente l’elemento meno interessante di Per sempre carnivori. Nel racconto insistente e minuzioso delle placide vicende dei tre giovani adulti che si trascinano da un bar all’altro, tra schiamazzi e pesanti sbornie, si percepisce un già visto che sgonfia la portata dei singoli episodi. Più avvincenti, invece, gli intrecci dove entrano in gioco le donne, anche loro insegnanti alla Nuova Caledonia, stuzzicate e divertite dai modi di Leone e soci, i quali si adoperano a una cauta ma aggressiva “caccia alla femmina”, che non risparmierà neppure le giovani studentesse, prede invitanti ma pericolose. Una storia apparentemente normale e uguale a tante altre, che però imbocca quasi senza accorgersene un labirinto fatto di rivalità e tensioni nascoste che sono pronte a esplodere. La provincia silenziosa osserva tutto e nulla viene risparmiato da questo sguardo invisibile ma implacabile, che porta Leone proprio dentro l’occhio di quel ciclone che lui ha fatto di tutto per allontanare, ma al quale sembra in qualche modo destinato.
Cosimo Argentina plasma, così, un meccanismo che sembra avanzare su un binario noto, ma che man mano dimostra – una volta avviato – di procedere da solo, quasi in automatico, alimentandosi da sé e catturando tutta l’attenzione del lettore. Partecipa alla causa uno stile a tratti curioso, dove l’autore sembra divertirsi a mettere insieme una prosa che sa di parlato e di dialetto, colorando il ritmo di un’oralità a cui si abitua gradualmente, ma che poi si rivela efficace. Per sempre carnivori regala infine delle vere e proprie chicche quando ritrae l’atmosfera desolata della Nuova Caledonia, insistendo sulla complessiva inutilità e sul senso di distaccato scoraggiamento di cui Leone si fa portavoce. Imperdibile, tra l’altro, il resoconto della gita a Cannes, con gli studenti che mettono a ferro e fuoco pullman e albergo:
S’andavano dunque componendo coppie e strategie. Dagli zaini si tiravano fuori bottiglie di gin e di vino o confezioni di birra che veniva stappata lungo i bordi dei poggiapiedi. La schiuma debordava sulla moquette che già impregnata di sangue puzzava sempre più di inferno salato. Dopo cento chilometri le retrovie erano di fatto irraggiungibili a meno che non ti fossi tuffato a pesce tra i coppi accartocciati, i fili dei walkman e i lacci delle scarpe szampate.
Cosimo Argentina è nato a Taranto nel 1963 e vive in provincia di Milano. Ha pubblicato, tra gli altri, Il cadetto (Marsilio), Cuore di cuoio (Sironi), Maschio adulto solitario (Manni), Beata ignoranza e Vicolo dell’acciaio (Fandango).
Autore: Cosimo Argentina
Titolo: Per sempre carnivori
Editore: Minimum fax
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 190
Prezzo: 14 euro