Nel Tempo della guerra (Nord, 2013), il nuovo romanzo del ciclo dedicato allo “strigo” Geralt, lo scrittore polacco Sapkowki si avvale della classica trama del fantasy: la giovanissima principessa Ciri deve essere protetta dallo spietato imperatore Nifgaard, che vorrebbe ucciderla in quanto secondo le profezie essa costituirebbe l’unico ostacolo alla sua sete di dominio. Il fantastico non può certo fare a meno della storia, tuttavia un intreccio troppo studiato induce nel lettore il sospetto legittimo di un prodotto preconfezionato.
Nel libro è sufficiente una lettura epidermica per renderci conto che il plot vi asseconda il talento dell’autore. In primo luogo vi sono le scelte lessicali non consuete a denunciare una volontà di autonomia di Sapkowsi rispetto ai diktat di stile imposti dal genere: la poesia dei cantori si mescola alle oscenità da caserma, l’evocazione lirica di una notte d’amore alle esplicite allusioni alla ninfomania delle maghe. Non ci si aspetterebbe mai di trovare in un libro del genere definizioni cosi dense di ossimori: l’amore è come una pera…provate un po’ a definire la forma della pera. Ma sorprendente è anche il rapporto saffico sotto le stelle fra l’eroina Ciri e una componente della banda dei Ratti, Mistle.
Se il fantasy chiede ai suoi autori fluidità e velocità narrativa, piacevolmente sorprendente è altresì l’attenzione agli ambienti, alle mode nell’abbigliamento, e alle sottigliezze psicologiche: esemplare, quasi un’ironica contaminazione fra una pagina di Proust e una di Harry Potter, è la dettagliata descrizione del ricevimento dei maghi sull’isola di Thanned, vero e proprio spartiacque fra la prima e la seconda, più mossa, parte del romanzo.
Vero è che probabilmente si tratta qui di una tappa interlocutoria delle peripezie di Geralt: egli infatti viene lasciato da parte e la sua protetta, abbandonata a se stessa, deve dar prova di sé in un deserto magico e con una banda di efferati criminali, i Ratti, figli del disprezzo ovvero dell’epoca buia in cui è precipitato il mondo. Di fatto assieme alle creature favolose note ai cultori di mitologia, quali le driadi e gli unicorni, popolano i territori dell’avventura i mostri, prodigi orribili di natura o uomini dominati dall’avidità.
L’ingrato compito di debellare il male è affidato soprattutto e comunque allo strigo Geralt, di cui Sapowoski ha raccontato la sofferta genesi in “Il guardiano degli innocenti “(Casa editrice Nord 2012 ): egli appartiene agli “strighi” una setta segreta, una frazione dei druidi, dotata di poteri magici, in grado di uccidere demoni e orchi malvagi, ma in “ Il tempo della guerra “ egli conferma di essere un Eracle timido, impacciato nel galateo ed innamorato, una radicale umanizzazione cioè dell’eroe salvifico del mito. Solo quand’è nel letto con l’amata egli si sente tanto forte da far precipitare la luna e far tremare il tempo.
Andrzej Sapkowsi Nonostante gli studi di economia, ha sempre amato raccontare storie e, alla fine degli anni 80, con la pubblicazione della serie che ha come protagonista Geralt di Rivia, ha ottenuto un travolgente successo prima in patria e poi all’estero, coronato, nel 2007, dall’uscita di The Witcher, il videogioco ispirato ai suoi romanzi. Attualmente è uno degli scrittori fantasy più letti d’Europa e di recente gli è stato conferito il prestigioso David Gemmell Legend Prize, attribuitogli dopo una votazione che ha coinvolto i lettori di 75 Paesi
Autore: Andrzej Sapkowski
Titolo: Il tempo delle guerra
Editore: Editrice Nord
Anno di pubblicazione: 2013
Traduzione: Raffaela Belletti
Pagine: 434
Prezzo: 18 euro
*articolo di Augusto Leone