La vicenda artistica ed umana di Artemisia Gentileschi, la cui opera pittorica si è imposta per originalità e talento in un momento in cui il genio veniva declinato esclusivamente al maschile, ha ispirato numerosi scrittori. Gli articoli, i saggi ed i romanzi che le sono stati dedicati non hanno potuto ignorare, oltre all’ambiguo rapporto con il padre, la dolorosa esperienza dello stupro che Artemisia subì nel 1611, all’età di diciotto anni, ed il processo, tenutosi nell’anno seguente e durato sette mesi, contro Agostino Tassi. Maestro di prospettiva di Artemisia, amico del padre e frequentatore abituale della loro casa, abusò di lei promettendole, nonostante fosse già sposato, un matrimonio riparatore. E’ proprio a questi fatti che fa riferimento lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Cohen nel suo ultimo romanzo L’ombra di Artemisia (Marsilio), immaginando una storia in cui realtà storica e finzione sono intimamente legate in un alternarsi di codici espressivi.
Jenni è una giovane attrice che ha ottenuto l’importante ruolo di protagonista in un film su Artemisia Gentileschi; con lei, nel cast, un insopportabile attore americano che per aver vinto un oscar come miglior attore non protagonista quindici anni prima, crede di poter avere ogni donna ai propri piedi o, meglio, nel proprio letto.
Le riprese si stanno svolgendo a Roma e la sera dell’8 marzo – l’ennesimo passato da sola – durante il percorso che la riporta a casa, Jenny si ferma in un locale nei pressi di piazza Navona, con la speranza di riuscire ad “allontanare i pensieri riportandoli nel recinto dei dubbi”. Un bicchiere di whisky offerto da un trentenne, occhi verdi e blazer blu, e un altro ancora, poi la donna si ritrova al centro del locale con uno spinello in bocca, circondata da una decina di ragazzi e ragazze. Solo il tempo di un ballo: le bastano pochi passi per immergersi nuovamente nella folla rumorosa della piazza e per scordare quel gruppo di persone che nel bar aveva appena cominciato a tirare tardi.
La donna, però, non è passata inosservata e in un vicolo deserto tre uomini – che da questo momento diventano per lei Whisky, Tabacco e Sudore – abusano di lei. La musica dell’i-Pod che batte forte nelle orecchie diventa anestesia per il suo corpo mentre un rametto di mimosa cacciato con la forza in bocca le impedisce di gridare. I tre vengono colti sul fatti, arrestati e processati, così che Jenny, nel difficile tentativo di superare il trauma, si trova ad essere protagonista di due processi contemporaneamente: oltre a quello per lo stupro di cui è stata vittima, quello, nella finzione cinematografica, per la violenza subita da Artemisia. Due situazioni che a progressivamente, nella mente dell’attrice, si sovrappongono, fino a coincidere e a portare ad un’immedesimazione con la pittrice.
E se apparentemente, nel corpo, la ferita di Jenny sembra in via di guarigione, tanto da riprendere le riprese del film e addirittura da apportare delle modifiche nel copione, il suo equilibrio psichico appare fortemente compromesso. Solo grazie alla remota presenza della pittrice e della sua personalità, Jenny potrà iniziare il difficile percorso della sua rinascita.
Come già accennato, L’ombra di Artemisia procede in un movimento continuo fra presente e passato che permette all’autore di recuperare abilmente le zone d’ombra, di rifinire via via i personaggi – comprimari o semplici comparse -, i luoghi e le situazioni, dove i colori vividi si mischiano a quelli più cupi e luttuosi.
Un romanzo che tratta in modo originale ed intenso un problema dolorosamente attuale, portato all’attenzione dell’opinione pubblica, quasi quotidianamente, attraverso un numero sempre più elevato di casi di cronaca nera. Artemisia sognava un mondo dove anche una donna potesse esprimere il proprio potenziale artistico senza sottomettersi a ricatti o prevaricazioni. Noi sogniamo un mondo dove non sia più necessario costringere a ricordare dedicando una “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Maurizio Cohen vive e lavora a Roma. Scrittore e sceneggiatore, è esperto di arte tessile orientale. Ha scritto di arte e di viaggi per diverse riviste specializzate. È autore dei romanzi La gabbia (Marsilio 1988) e Novanta (Mondadori 1990).
Autore: Maurizio Cohen
Titolo: L’ombra di Artemisia
Editore: Marsilio
Anno: 2012
Pagine: 288
Prezzo: 19 Euro
di Lidia Gualdoni