Gli anni ’60, un tempo lontano in cui si usavano le lettere anziché i cellulari ed in cui si facevano giochi in strada anziché davanti ad un computer. Marsiglia, una città “tiepida e sonnolenta, con i suoi profumi e il sapore di sale, di anice, di pesce“. Il quartiere periferico Dominique, “un dedalo di strade strette, case vecchie corrose dalla salsedine e sferzate dal mistral, muretti da riparare, panni stesi al sole, colori e rumori“.
É questa l’ambientazione di “Le streghe di Dominique” (Butterfly Edizioni, 2011), primo romanzo di Marisa Saccon. Un romanzo che racconta le storie di un gruppo di ragazzi del quartiere Dominique (“la compagnia di Dominique”, appunto): il goffo e solitario Omar, che sogna di navigare il mare; la bellissima ed avida Rachele, che vuol sempre essere al centro dell’attenzione e che ama manovrare gli altri come fossero burattini; lo scapestrato Pierre; il buon Gerard; il rancoroso Paul; la timida Babet, chiusa nel suo mondo di favole; il realista Jacques; Andy, che parla sempre di Parigi dove un giorno vorrebbe trasferirsi.
Tante storie che s’intrecciano tra loro e che ad un certo punto sono segnate dall’arrivo di Estebanah. Un’orfana dalla “bellezza selvaggia di una zingara“, dagli occhi verdi “bellissimi e profondi“, dallo sguardo misterioso ed inquietante. In lei c’è un qualcosa di speciale che attrae. É sfuggente come una volpe selvatica, libera come un gabbiano nel cielo. Sa sempre cosa fare, come sorprendere, come “sconvolgere o cambiare la vita degli altri“.
Chi è Estebanah? Una sirena, una fata o una strega malefica? Ciò che è certo è che niente e nessuno sarà più come prima, dopo il suo arrivo. E che Rachele non può permettere che ci siano due streghe a Dominique: “due streghe nello stesso regno non possono stare“.
Ne susseguono una serie d’avventure che accompagnano i ragazzi nel loro divenire adulti: la spensieratezza dei giochi d’infanzia, delle prime infatuazioni, delle liti adolescenziali lascia gradualmente il posto all’irrequietezza dei grandi, che a volte si macchia di affari sporchi e violenza. Ma al centro di tutto e tutti c’è sempre lei, Estebanah. Ci si innamora di lei e della sua lotta contro il destino di orfana, alla ricerca della felicità e di un posto dove stare al mondo.
Tutto ciò con una narrazione intervallata da passi in corsivo (ora introspettivi, ora ironici) che offrono una visione più nuda e profonda degli eventi e dei pensieri, con uno stile scorrevole e diretto che alterna un crudo realismo al dolce sapore della favola, con un intreccio capace di coinvolgere sempre più.
“Le streghe di Dominique“, insomma, è un percorso dell’anima. Un percorso che ci invita a cercare il giusto equilibrio tra la bellezza del sognare e la necessità di reagire ogni volta che un sogno si frantuma; tra il desiderio del volare liberi come un gabbiano e l’importanza dell’appartenere a qualcuno, del restare uniti, del volersi bene, dell’essere coscienti dei propri limiti. Perché “cercare di bastare a se stessi fa venire i calli nell’anima” ed in fondo anche il gabbiano, “così piccolo rispetto al mare“, vola libero proprio perché “conosce i suoi limiti e i suoi confini dentro il tutto“.
Forse è questo uno dei segreti della felicità…
Marisa Saccon è nata in provincia di Venezia nel 1964. Dal 1992 collabora con riviste femminili nazionali raccogliendo testimonianze di vita vissuta e scrivendo racconti rosa, gialli e del mistero. “Le streghe di Dominique” è il suo primo romanzo.
Autore: Marisa Saccon
Titolo: Le streghe di Dominique
Editore: Butterfly edizioni
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 276
Prezzo: 14, 50 euro