Un pamphlet feroce e provocatorio questo “Contro la memoria” (Fandango Libri, 2012) di Alessandro Piperno, analisi implacabile della limitatezza del ricordo, strumento di rievocazione ma non di cancellazione del passato. Non è un attacco diretto alla memoria, anzi un estremo tentativo di salvarla dall’azione erosiva e distorcente di diversi fattori naturali. Quali sono i nemici imbattibili del ricordo?
Tra questi sicuramente i limiti cognitivi umani, per cui un evento già passato riemerge attraverso idee e rappresentazioni di esso in sé falsificatrici della realtà vissuta. Piperno prende spunto per la sua riflessione da Levi e la sua impegnativa, lucida, analisi dell’esperienza dei campi di concentramento, fatta nel capitolo iniziale, la cui memoria rimarrà inevitabilmente travolta da retorica, offuscamenti, interpretazioni indirette e più fallaci una volta che saranno scomparsi tutti i sopravvissuti dell’immane tragedia. Ci abitueremo a leggere “Se questo è un uomo” come ora leggiamo le cronache del terremoto di Lisbona del 1755 o delle crociate dei tempi antichi? Il tempo e le influenze umane (repressioni, interessi, afflizioni) hanno un effetto devastante sulle possibilità di ricordare con vitalità anche la più terribile delle vicende, tanto che diventa facile “stereotipare” e diminuire l’importanza di un evento passato.
Il nemico più subdolo, il tempo, è messo in luce dal riferimento alla monumentale opera di Proust “La Recherche du temps perdu“, in cui i personaggi sono legati da trame innescate dall’azione dell’oblio. L’esempio dello sforzo di Gilbertine, accecata da una prepotente ambizione, di far dimenticare al Bel Mondo nel quale vuole entrare le origini ebree di suo padre, è emblematico. Il passato è un luogo che, faticosamente, si può “rievocare”, ma è come resuscitare un cadavere. Basti pensare a quando si lascia alle spalle una storia d’amore, all’assoluto disinteresse nel rimembrare gli innamorati che si è stati, alle sensazioni diverse che si provano al pensiero di quella condizione mentale non più presente. La stessa esperienza vissuta dal Narratore della Recherche mentre sta canticchiando la sonata di Vinteuil, colonna sonora della sua storia ormai finita con Albertine, non più generatrice di strazio profondo, ma di piacevole dolcezza. Il distacco emotivo del ricordo permette un’approfondita e maggiore riflessione sulla natura del dolore sperimentato. L’oblio come un benefico salvataggio dalla sofferenza.
Ragiona sulla natura della memoria Piperno con l’ausilio di grandi scrittori, che sono soprattutto i più acuti lettori della realtà. Come non costruire la critica partendo da chi ha una maggiore sensibilità di pensiero, una perspicace visione dei più intimi frammenti dell’esperienza umana?
Alessandro Piperno (1972- vivente) è ricercatore presso L’Università Tor Vergata di Roma dove, fino al 2008, è stato professore a contratto nella medesima materia. È redattore della rivista “Nuovi Argomenti”. Nel 2000 ha pubblicato il saggio “Proust antiebreo”, mentre nel 2005, il suo primo romanzo “Con le peggiori intenzioni” ha vinto il premio Viareggio e il Campiello.
Autore: Alessandro Piperno
Titolo: Contro la memoria
Editore: Fandango Libri
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 272
Prezzo: 16 euro