«Ma io stavo tanto bene, porco mondo…»: e se Renato Reis arriva a dirselo ad alta voce, mentre naviga da solo alle quattro del mattino nel bel mezzo del Mediterraneo, vuol dire che “è grave”.
Vuol dire quanto meno che, dopo l’avventura ambientalista nelle isole pontine narrata in “Uomini senza vento” (Garzanti 2010), l’autobiografico personaggio di Simone Perotti deve ancora fare i conti con le conseguenze pratiche della coraggiosa scelta condivisa col suo autore: quella di preferire il timone di Makaia ai vincoli del pur certo confine di casa e lavoro.
In “L’equilibrio della farfalla“, l’alter ego del teorico di Adesso basta! affronta così l’altra faccia della medaglia, scoprendo l’aspetto duro di un’esistenza senza certezze e senza riferimenti. Il precedente episodio della balena ha reso famoso questo moderno capitano coraggioso a zonzo per i mari, italico poeta navigatore che voleva vivere così, col sole in fronte, e che per una serie di circostanze avverse non riesce a cantare né felice né beato.
Silvia è una conturbante ambientalista perennemente in grado di destabilizzarlo con le sue apparizioni e sparizioni fuori tempo. Reduce da un’estate difficile, stanco, solo e senza un soldo, Reis finge di non pensare a lei mentre punta a vele spiegate verso La Spezia. Poi una luce misteriosa si inabissa tra le onde e il nuovo noir marino prende il via, un noir di fatto multicolor, scintillante come si rivela degli iridescenti bagliori di un Mediterraneo autunnale.
Cadaveri senza nome restituiti dalla corrente, statue-stele dalla presunta funzione rituale, un anomalo traffico di clandestini dal Nordafrica… Folgorato da cotanto cominciamento, il lettore innalza il livello delle aspettative. E non rimane deluso dal ben scritto evolversi dell’intreccio, prossimo ai limiti del verosimile almeno quanto i dialoghi sui massimi sistemi, belli e improbabili – fortunatamente più belli che improbabili – che si dipanano sistematici durante le conversazioni tra i personaggi.
In un ordito popolato da navi cariche di veleni destinate a inabissarsi nel golfo, barche pirata, antiche città, donne imperscrutabili e sette segrete in stile Dan Brown, l’appassionato Perotti riesce a far convivere atmosfere alla Izzo con crimini malavitosi sul genere di Gomorra. Vero è che sotto sotto ci sono Hemingway, Conrad, Melville. E fa niente se i discorsi di Saviano riecheggiano dietro pittoresche scene corali in cui una sorta di quarto stato spezino, vestito coi colori della pace, scende in campo per difendere Terra e Storia con le sue proprie mani: parafrasando il nostro, la contaminazione non è forse tipica dell’«uomo del Mediterraneo»?…
Simone Perotti (Frascati, 1965) ha fatto il manager per quasi vent’anni. Poi si è trasferito in Liguria per dedicarsi esclusivamente a scrivere e navigare. Fa l’affittabarche, lo skipper e l’istruttore di vela, trascorrendo circa quattro mesi l’anno in mare, ma anche qualunque altro lavoro che gli consenta di vivere. Ha collaborato con il «Corriere della Sera», «il Fatto Quotidiano» e con riviste di turismo, mare, navigazione. È l’autore di Adesso basta (Chiarelettere, 2009), il primo libro italiano sul downshifting, divenuto un longseller costantemente ristampato, da cui sarà tratto un film per il cinema. Ha pubblicato il libro di racconti Zenzero e nuvole e i romanzi Stojan Decu, l’altro uomo (Premio Cala di Volpe) e L’estate del disincanto, tutti editi da Bompiani. Con Vele (WhiteStar, 2008) ha vinto il Premio Sanremo. Il suo sito, www.simoneperotti.com, è diventato una community generazionale.
Autore: Simone Perotti
Titolo: L’equilibrio della farfalla
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 360
Prezzo: 16,60 euro