“Storia segreta del capitalismo italiano“ (Longanesi 2012) è una lunga intervista – confessione di Cesare Romiti a Paolo Madron, uno dei più influenti giornalisti economici italiani, su fatti ed avvenimenti dell’economia, della finanza e della politica del nostro Paese negli ultimi cinquanta anni.
Di questo periodo Romiti é stato senza dubbio uno dei maggiori protagonisti, per avere svolto un ruolo manageriale come amministratore delegato della più importante azienda del paese e per essere stato uno dei personaggi chiave di quella comunità d’affari che faceva capo ad Enrico Cuccia e a Mediobanca, crocevia di tutte le più importanti operazioni riguardanti la grande industria e l’alta finanza del nostro Paese.
Di cose interessanti da raccontare, quindi, Romiti ne ha molte e lo fa in questo libro rievocando con apssione e cercando di spiegare i passaggi cruciali della recente storia del nostro paese e la sua frequentazione con alcuni personaggi chiave del capitalisImo italiano. Per quanto riguarda questi ultimi, la parte più ghiotta del libro è quella relativa ai suoi ricordi di Enrico Cuccia e di Gianni Agnelli, due “miti” del nostro tempo, con i quali ebbe il privilegio di un rapporto molto stretto. Di Cuccia scrive: “non comandava, ma parlava e convinceva”. “Col suo carisma Cuccia resta il migliore esempio della differenza tra autorevolezza ed autoritarismo. Chi comanda è autoritario, chi convince è autorevole. La sua superiorità professionale e morale era tale da persuadere i suoi azionisti e fare come diceva lui. Di qui la vulgata del controllato che comanda i suoi controllori, cosa che ribalta l’ortodossia del diritto societario”. E, attraverso il racconto di episodi inediti, giudizi e retroscena su relazioni con imprenditori e politici dell’epoca, Romiti arricchisce il ritratto di chi, oltremodo schivo e geloso della sua vita privata, è sempre apparso all’opinione pubblica personaggio un po misterioso.
Quanto ad Agnelli, “chiunque lo avvicinasse aveva la percezione di trovarsi a contatto con un uomo affascinante ed intelligente”. La parte del racconto di Romiti più interessante è quella che tocca i ricordi circa i rapporti intercorrenti fra i membri della famiglia Agnelli e di come Gianni fosse sempre riuscito a tenere unita la famiglia.
Conclude Romiti: nonostante vi sia stato post mortem qualche tentativo di scalfire la sua figura, Agnelli “è uno degli uomini più intelligenti che abbia mai incontrato, che univa alla sua intelligenza anche un senso della morale che purtroppo oggi è scomparso”. “Agnelli era un uomo cui piaceva vivere, frequentare le persone, intratteneva rapporti con una quantità impressionante di gente in Italia e all’estero”. Ma per me la sua grande eredità, è stata la sua onestà intellettuale (non sapeva dire bugie), la sua etica. Dico questo in un mondo come l’Italia in cui chi si comporta come l’Avvocato viene quasi considerato uno sprovveduto. Perchè vale molto di più la furbizia e il modo di arrangiarsi, per non parlare del ladrocinio a tutti i livelli della società”.
Il libro, inoltre, è ricco di altre notazioni ed inediti episodi. L’Autore riconosce alcuni errori personali e della sua generazione, ma non è tenero verso le nuove generazioni di dirigenti che accusa die ssere individualisti, di pensare più al proprio tornaconto (la caccia a bonus e stock option, ad esempio) che a quello dell’impresa, di aver dato origine a a quello che egli definisce il “capitalismo deresponsabilizzante” di oggi.
Cesare Romiti, nato a Roma nel 1923, è stato uno dei più importanti dirigenti d’azienda del nostro Paese. İ suoi principali incarichi nell’arco della sua cinquantennale attività professionale, sono stati, a partire dagli anni Settanta, quello di direttore generale e di amministartore delegato di Alitalia; quindi, per circa 25 anni, è stato alla guida della Fiat, con ampi poteri da parte degli azionisti. Dal 1998 al 2004 è stato presidente del Gruppo editoriale Rizzoli-Corriere della Sera (RCS) e, dal 2005 al 2007, presidente di Impregilo, una delle maggiori società di costruzioni e di ingegneria. Attualmente presiede la Fondaqzione Italia-Cina per l’incremento delle relazioni culturali ed economiche fra i due Paesi.
Paolo Madron, nato nel 1956, giornalista economico fra i più influenti, ha al suo attivo una lunga carriera come collaboratore di importanti testate: Il Sole-24 ore, Milano Finanza, Il Giornale, Panorama, ecc. Nel 2010 ha fondato il quotidiano on-line Lettera 43, che attualmente dirige.
Autori: Cesare Romiti e Paolo Madron
Titolo: Storia segreta del capitalismo italiano
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 14,90 euro
Pagine: 286