Nelle prime pagine di “Il cielo sopra Darjeeling” di Nicole C. Vosseler (Tea, 2012) viene descritto World’s End situato sulle coste della Cornovaglia “nome azzeccato per questo lembo di terra dimenticato da Dio alla fine del mondo”.
In “questo ultimo avamposto dell’impero britannico al confine di un inferno freddo e umido” dove “il mare segnava il ritmo”, una mattina di novembre della fine dell’Ottocento Helena Lawrence contemplava lo studio del defunto padre dove “le pareti erano rivestite di libri fino alle travi del soffitto anneriti di fuliggine e l’aria era pervasa da un odore di muffa”. Arthur Lawrence era mancato da pochi giorni ma l’animo dell’uomo non era stato più lo stesso da quando la moglie Celia era morta dando alla luce il secondogenito. Da allora niente era riuscito a smuovere l’apatia del pittore che aveva abbandonato Londra per rifugiarsi in Cornovaglia con i figli e la fedele governante Margaret.
Era così finita bruscamente la favola d’amore tra Arthur e Celia “iniziata in maniera tanto promettente” quando “i dipinti di Arthur Lawrence, i dipinti intrisi di sole, le vivaci scene di storia antica e mitologica, erano ambiti quanto l’artista stesso, pieno di temperamento e di fascino”. Era stato dimenticato lo scandalo “che anni prima aveva sconvolto la società quando il maestro di disegno di umili origini era fuggito con la figlia minore del rispettabile giudice Sir Charles Chadwick”.
Erano seguiti anni felici in Grecia “meridione dorato” dove era nata Helena e dove Arthur “affascinato dalla culla della cultura occidentale” aveva dipinto ricordando le parole del poeta Holderlin “La Grecia è stato il mio primo amore e, non so se devo dirlo, l’ultimo”. “Un unico ritratto, qualche monile di corallo e perline di vetro veneziano e ricordi confusi di carezze profumate di lavanda e petit grain”, ecco cosa restava a Helena di sua madre. Il padre invece aveva lasciato solo debiti e opere di Platone, Aristotele, Plutarco e Omero, “libri di archeologia, filosofia, retorica e grammatica”. La ragazza “sul ciglio della completa rovina finanziaria” era stata costretta ad accettare la proposta di matrimonio di Ian Neville dalle origini oscure pronto a offrirle “una via d’uscita dignitosa”. I protagonisti del romanzo si erano incontrati sul “ciglio della scogliera in quel punto della costa in cui si godeva un panorama incomparabile dell’Atlantico”. “Vi offro formalmente di diventare mia moglie” perché “ho bisogno di una moglie abbastanza forte e indipendente da condurre insieme a me una piantagione” in India a Darjeeling, ai piedi dell’Himalaya. Il karma (destino) attendeva Helena dall’altra parte del mondo, anche se “le sembrava di aver appena sottoscritto la propria condanna a morte”.
Der Himmel uber Darjeeling intreccia passione, desideri e storia. L’India rivive attraverso le pagine del volume con la sua atmosfera ammaliante ed esotica. “Ho sempre desiderato scrivere un romanzo in cui il tè e la sua coltivazione avessero un ruolo di primo piano” ha dichiarato l’autrice tedesca. Nicole C. Vosseler, apprezzata scrittrice di romanzi storici capaci di catturare l’attenzione anche del cuore più insensibile, è colpita dal fascino che scaturisce da questa terra carica di forti contrasti. “L’India ha un migliaio di facce, sia nei paesaggi che nella gente; ha una storia di crudeltà e guerra, ma anche di cultura e bellezza; di incredibile povertà e violenza, e di opulenza e spiritualità”. Un volume frutto di una grande documentazione “ho studiato la cultura, i costumi, le tradizioni e la storia, soprattutto il XIX secolo, l’Impero Britannico, la rivolta dei Sepoy e tutti i documenti possibili sulla coltivazione e la produzione del tè”. Inoltre “alcune scene si basano su fatti realmente accaduti”. Ian Neville denominato Rajiv il Camaleonte dalla “volontà di un guerriero” e Helena Lawrence “figlia del sole” avranno modo di conoscersi, scontrarsi e forse amarsi in India “paese antico, incommensurabilmente ricco e nel contempo di una povertà inconcepibile”. Questo vasto territorio nei suoi tremila anni di vita ha subito molte invasioni “e spesso le sue popolazioni furono dominate da stranieri”. Dominazioni che hanno reso il Paese più ricco e sfaccettato giacché “le popolazioni che lo compongono sono innumerevoli, così come le lingue e le religioni”. È la malia di una terra unica al mondo nella quale è il karma a determinare “quale compito bisogna assumersi in questa vita”. Anche per questo motivo Rudyard Kipling amava ripetere la frase che l’autrice pone all’inizio del romanzo “Chiudi gli occhi e dì la parola India”.
Nicole C. Vosseler, tedesca, laureata in letteratura e psicologia è autrice di numerosi volumi tra i quali La luna color zafferano (Corbaccio 2012). Per Il cielo sopra Darjeeling tradotto da Alessandra Petrelli l’autrice ha ricevuto il Konstanzer Forderpreis.
Autore: Nicole C. Vosseler
Titolo: Il cielo sopra Darjeeling
Editore: Tea
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 10 euro
Pagine: 466