Ritorna nelle librerie “L’uomo nell’Olocene” (Einaudi, 2012) di Max Frisch, un libro originale che racconta del Signor Geiser di Basilea che decide, un bel giorno, di trascorrere la sua vecchiaia in Canton Ticino.
Si diceva che si tratta di un libro originale per la sua struttura che alterna testo a ritagli di immagini e nozioni tratti da enciclopedie e manuali. Il testo racconta solo l’esperienza della vecchiaia dello studioso Geiser, che sta perdendo la memoria e, quindi, cerca di avere sempre a mente concetti attaccando post-it alla parete e ritagliando le cose importanti, che sono degne di essere sapute. Fuori lo scandire del tempo viene segna(la)to da una pioggia battente, incessante, e da tuoni, fulmini che, all’occorrenza, vengono enumerati dal signor Geiser.
È proprio lui a mostrarci un quotidiano ormai logorato dall’avanzare degli anni ma, nonostante tutto, si mette a nudo, racconta al lettore il suo essere nel mondo, come sopravvive, in che modo il Sapere può metterci in relazione con la Vita. Non è semplice leggere questo centinaio di pagine, si finisce per impattarsi con un tipo di narrazione ben congegnata ma pesante, ridondante, talvolta anche didascalica. Se, talvolta, è piacevole seguire il signor Geiser nelle sue elucubrazioni, in questo straniante monologo, altre volte è necessario prendersi più di una pausa, staccarsi dal testo, per metabolizzare il racconto.
È giusto, quindi, ristampare un titolo come questo, testimonianza di una narrativa essenziale, efficace, ricca di inventiva, che fa muovere la narrazione da un incipit al fulmicotone per stordire il lettore, rapportargli un modo di intendere la vecchiaia e, allo stesso tempo, immergerlo in questioni cruciali attinenti all’origine dell’uomo, alla formazione della terra arrivando perfino al significato di parole come “coerenza” o “escatologico”. Si tratta, quindi, come suggerisce la prefazione di Sergio Nelli, di un libro fisico, visivo anche se, in effetti, è un tipo di narrazione possibile che va a sfidare i vincoli imposti dal mercato editoriale e dai gusti dei consumatori.
Max Frisch nasce a Zurigo nel 1911. Laureato in architettura, ha scritto per il teatro con La muraglia cinese ma è famoso per il suo Homo Faber che gli consegna il successo a livello internazionale. Con le sue aspre polemiche politico-sociali diventa la coscienza critica della Svizzera e dell’Europa. Muore a Zurigo nel 1991.
Autore: Max Frisch
Titolo: L’uomo nell’Olocene
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 17 euro
Pagine: 108