“La luce per me, era la voce di Dio”. Ne “Il quadro segreto di Caravaggio” di Francesco Fioretti (Newton Compton 2012) uno dei più celebri pittori di tutti i tempi racconta la sua vita vissuta seguendo la sua inclinazione e il suo genio.
“La luce è il più potente mistero dell’universo” e il lombardo Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571 – 1610) la rende protagonista dei suoi dipinti perfetta sintesi tra il buio che “è la regola” e la luce “l’eccezione”. Roma, agosto 1604, la città “microcosmo della cristianità d’occidente” era immersa nell’atmosfera resa inquieta dalla Controriforma cattolica nata in seguito alla Riforma Protestante di Martin Lutero che “spaccò in due la Cristianità d’occidente”. L’Urbe da sempre terreno fertile di contraddizioni “campava di debiti e di edilizia e delle ricchezze che vi affluiscono dall’immenso patrimonio ecclesiastico” offrendo “artisti e prostitute a volontà, osterie e alberghi per i pellegrini… ”. Pictor in Urbe e donna di buon tempo come Caravaggio dal “dono divino” e Maddalena Antognetti, la Roscina sua modella preferita e icona della Madonna dei Pellegrini. L’uomo e la donna battevano insieme le stesse strade e le stesse taverne, giacché “siamo qui per lo stesso motivo, assecondare le voglie dei cardinali, ci affanniamo nella stessa ricerca d’un accesso alla Roma che conta… ”. Caravaggio lavorava alacremente nel suo studio/abitazione, situato nel vicolo dei Santi Cecilia e Biagio al numero 41, domiciliato presso la padrona di casa monna Prudenzia Bruni. Accanto a Michele, che dipingeva dal vivo, Cecco quattordicenne giovane di bottega. Non era stato facile per il pittore acquisire fama e rispetto non solo a causa del suo carattere ribelle e ostinato ma soprattutto perché la sua pittura poneva al centro della scena madonne, santi e personaggi biblici terreni, lontani dallo stile accademico allora in voga, tipico di un Annibale Carracci. I modelli di Caravaggio erano prostitute, cortigiane e popolani. “Non li volevano i miei quadri nelle loro chiese, i pellegrini con i piedi sporchi, i santi contadini”. Uno scandalo per l’epoca ma il Cardinale Del Monte, il banchiere del Papa Vincenzo Giustiniani e in seguito il Cardinal Nipote Scipione Borghese avevano intuito che il Merisi aveva intrapreso una strada nuova, rivoluzionaria. Paradossalmente, infatti “le tele di Michele vanno a ruba nelle collezioni private, si trova gente disposta a pagarle a peso d’oro, mentre la committenza pubblica abbassa sempre più le sue quotazioni”.
In questo romanzo fusione di verità storica e di finzione narrativa, Anna Bianchini musa dell’artista era stata trovata morta nel suo letto e il pittore dopo averla ritratta un’ultima volta nella Morte della Vergine aveva intuito che le sue modelle correvano un grave pericolo. Il Merisi aveva preso a cuore il delitto di Annuccia, “come se in esso vedesse proiettata la propria vicenda, come se dalla sua soluzione dipendesse il suo stesso destino”. Il mistero era forse da ricollegarsi al Convento delle Convertite Santa Maria della Maddalena “il più grande di Roma”, nel quale “qualcuno ha interesse nell’eliminare delle ex convertite, delle reduci del monastero, delle ex prostitute che avevano deciso di monacarsi e poi non ce l’hanno fatta”.
Il quadro segreto di Caravaggio corredato da immortali dipinti del Merisi è un intenso ritratto di un uomo e del suo tempo che narra la Roma caravaggesca nella quale il pittore visse per dieci fecondi anni. La voce narrante dell’artista alternata alla vicenda, conduce il lettore nei meandri della Roma post tridentina. Ecco i luoghi dove si spese la vita di un artista che con il suo tratto lasciò il segno per l’eternità: Palazzo Madama residenza del Cardinal Del Monte, Piazza Navona, teatro delle tante aggressioni e arresti che videro Caravaggio protagonista, la chiesa di San Luigi dei Francesi che custodisce Il Martirio di San Matteo, San Matteo e l’angelo, La Vocazione di San Matteo, commissionati per la cappella Contarelli. Inoltre la chiesa di Sant’Agostino nella quale è possibile ammirare la Madonna dei Pellegrini, la Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso zona allora malfamata e frequentata da balordi e prostitute e infine via della Pallacorda dove Caravaggio colpì a morte Ranuccio Tomassoni e a motivo di ciò dovette abbandonare Roma per sempre.
“Caravaggio mi affascina da sempre” ha dichiarato l’autore. “Ho cercato di ricostruire la sua mistica del gesto pittorico nel suo significato profondo, la sua originale assimilazione e trasposizione in pittura dell’idea michelangiolesca della scultura. Un gesto che l’ambiente in cui vive, che dalla maniera sta passando insensibilmente al barocco, fraintende alla grande. Ho rappresentato il suo rapporto difficilissimo con la cultura ufficiale, tra Controriforma e Accademia. Al tempo stesso la sua ostinazione a proseguire malgrado tutto sulla sua strada, consapevole quanto altri mai di aver inaugurato con la sua sperimentazione una nuova era della pittura”.
Moltissimi sono i personaggi presenti in questo thriller storico di ottima fattura, tra i tanti scegliamo Ranuccio Tomassoni “nobile facinoroso”, Giovanni Baglione “artista rampante, pittore mediocre” e la bella Lena “eravamo simili io e Lena”. Su tutti spicca la personalità tormentata e l’esistenza in fuga da se stesso di un genio dell’arte “la mia vita è stata un equivoco tremendo, una fucina d’incomprensione”, accusato a torto dai suoi contemporanei di aver confuso “il sacro e il profano” e di aver “depravato la pittura”. L’autore ci restituisce alla perfezione la figura e la vita dal vero di Michelangelo Merisi il cui arco vitale si fermò sulle coste maremmane dove l’artista sbarcò nell’estate del 1610 per risalire fino a Porto Ercole dove morì, ma è stata veramente questa la fine di Caravaggio? Il finale nel quarto centenario della sua morte è ancora aperto. Rappresentativa la parabola umana di un pittore ed esemplare dei tempi corrotti della Roma seicentesca: “un uomo di grande ingegno, consapevole del proprio valore, ma anche conscio che tutto il suo talento non gli sarebbe mai servito a salire nella gerarchia sociale”.
Francesco Fioretti è nato a Lanciano, in Abruzzo, nel 1960. È siciliano e apulo toscano d’origine, si è laureato in Lettere a Firenze e ha insegnato in Lombardia e nelle Marche. In questo periodo approfondisce gli studi danteschi presso l’Università di Eichstätt in Germania. Ha pubblicato saggi critici e antologie scolastiche. Con la Newton Compton ha esordito con Il libro segreto di Dante, che ha subito scalato le classifiche italiane: è rimasto per mesi tra le prime posizioni, conseguendo anche un notevole successo di critica. I diritti di traduzione sono stati venduti in 7 Paesi.
Autore: Francesco Fioretti
Titolo: Il quadro segreto di Caravaggio
Editore: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 9,90 euro
Pagine: 306