“C’era una volta un fiume”: la storia di Margo Craine

cera-una-volta-un-fiumeÈ in libreria il nuovo romanzo di Bonnie Jo Campbell, “C’era una volta un fiume” (Neri Pozza), una storia di crescita fisica e metafisica, ambientata tra i boschi del Michigan.Margo Crane ha il sangue selvaggio che le scorre nelle vene. Ha lo stesso ritmo del fiume Stark, presso il quale passa lunghe giornate ad ammirare  le anatre spose, le morette americane, flachi pescatori, salemandre tigri. Ha quindici anni e vive insieme al padre. Cresce ed impara a cacciare, tremendamente bene, come ha modo di accorgersi zio Cal quando la vede imbracciare un fucile calibro 22 e fare quattordici centri su quindici. Non crede ai suoi occhi, afferma: «È spaventoso».

Ma lo sarà molto di più per Margo quando Cal si accorgerà della sua bellezza. Il giorno del Ringraziamento, con la scusa d’insegnarle a scuoiare vivo un cervo, la violenta all’interno di un capanno bianco. Da quel giorno la sua vita cambia improvvisamente. Il padre sogna la vendetta tutti i giorni, lei vuole andare a trovare sua madre Luanne che ha abbandonato il villaggio per vivere ad Heart of Pines, a poche decine di chilometri.

La morte del padre, ucciso da un nipote, dopo quella del nonno la convincono di prendere la strada verso Luanne. Con i Murray, la ricca famiglia ereditaria della Murray Metalli che le ha rovinato l’esistenza, ha chiuso, così inizia una nuova avventura. Prima di giungere a Heart of Pines incontra Brian e Paul, vecchi conoscenti di sua madre e orfani del padre. La bellezza selvaggia di Margo colpisce Brian e alla stessa ragazza non dispiace lasciarsi andare.

Comincia a capire il suo potere, entra negli occhi e nei cuori degli uomini, che si sentono rinascere un’altra volta. Così come non le dispiacciono le attenzioni di Jhonny, il ragazzo che ha conosciuto il giorno in cui ha venduto la carcassa di cervo a Brian presso Murrayville. Oppone anche resistenza o almeno tenta di farlo, come quando Paul, fratello di Brian, finito stavolta in prigione, approfitta della sua assenza per violarla. Un continuo crescendo di esperienze che le danno la consapevolezza di una bellezza da gestire, della necessità di maturare cancellando l’aspetto selvaggio senza rinunciare ad affetti e piaceri. Solo la compagnia di un solitario, ma innocuo in quanto vecchio, signore di nome Smoke la aiuterà a godere della sua bellezza, ma abbandonandosi alla dolcezza, ammorbidendo quelle barriere difensive frutto di un’infanzia lacerata dalla brutalità di anime smaniose di possedere la sua carne.

Un viaggio dal triplice aspetto: fisico, rappresentato dal tragitto che la separa in senso spaziale dalla madre; affettivo, costituito dal tentativo di ricostruire una parvenza di famiglia, distrutta dalla brutalità esistenziale del suo villaggio; interiore, perché le esperienze affrontate durante il viaggio verso Heart of Pines la rendono conscia del suo potere sensuale e di come possa convertirlo in luogo di affetto e dolcezza, non di possesso.

Bonnie Jo Campbell (1962-vivente) insegna alla Pacif University di Kalamazoo nel Michigan. È cresciuta con la madre e quattro fratelli in una fattoria del Michigan. Ha studiato filosofia all’Università di Chicago ed ha viaggiato per il mondo, Stati Uniti, Canada, Russia, Paesi Baltici. Ha vinto diversi premiAWp Award for Short Fiction, Pushcart Prize, Eudora Welty Prize.

Autore: Bonnie Jo Campbell
Titolo: C’era una volta un fiume
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 367
Prezzo: 17 euro

* articolo di Lorenzo Carrega