Diciamoci la verità, Dürrenmatt ha ribaltato la prospettiva del labirinto: “luogo dell’azione, un labirinto di specchi che riflette immagini all’infinito”.
Immagini, immagini e ancora immagini. È da qui che parte Andrea Camilleri nel suo ultimo, interessantissimo, lavoro. Le immagini sono quelle di Edoardo Persico, una delle figure più affascinanti del primo novecento italiano.
Pittore? Sicuramente lo era. Architetto, genio, visionario: idem. E poi: giornalista? Perché no. Scrittore? Sì ma forse senza troppa qualità. Ma c’è molto altro: fascista? Anti-fascista perseguitato dal regime? Un uomo tutto d’un pezzo? Un millantatore?
Sì, qualche fesseria la diceva: come quando mandò a Gobetti recensioni scritte di mano propria a suoi libri che non hanno mai visto luce. Ma se si aprono i cassetti della sua storia, un po’ come per Malaparte, di balle/aggiunte/fantasie/iperboli ne troviamo a bizzeffe. Ma è questo che vuole dimostrare Camilleri, il più grande giallista italiano? No, di certo.
Se c’è un giallo, c’è una morte su cui indagare. Quale? Ma quella di Persico: e di chi altrimenti?
Dentro il labirinto (Skira, 2012), in uscita in tutte le librerie questa settimana, prova a riavvolgere il nastro. Come è morto il poliedrico Persico, leader intellettuale e architetto illuminato? Per causa “indeterminata” dicono in procura. Ma siamo nel 1936 e c’è Mussolini, il fascismo, il regime e tutto il resto. Qualcosa non torna. Cosa può chiedere di meglio l’ideatore del “Commissario Montalbano”?
Un mistero e tante ipotesi: morte naturale / suicidio / omicidio colposo (colluttazione con amici) / omicidio doloso e quindi volontario.
Teniamo per buona la quarta ipotesi: ucciso dai fascisti che lo perseguitavano e lo arrestavano regolarmente (fatto di cui peraltro non si ha alcuna traccia); ucciso perché omosessuale (a “dimostrazione” una lettera a Ottone Rosai); ucciso perché inviso in certi ambienti.
Camilleri mette le mani su un enigma irrisolvibile, lo plasma a suo piacimento, ci riporta in quel mondo di riviste e negozi eleganti di una Milano che respira cultura e ci prova a dare una risposta.
Che poi sia una risposta letteraria poco importa, stiamo sul filo, in una verosomiglianza che ci rasserena perché nei gialli (e nella vita) va così e così deve andare.
Un romanzo che è un’inchiesta e un’inchiesta che è un romanzo. Tutte e due e molto di più: come Camilleri e questa collana di Skira ci hanno felicemente abituati.
Per saperne di più della figura di Persico da segnalare l’uscita del volume Profezia dell’architettura, che raccoglie quattro testi – L’Architettura mondiale (1933), Gli architetti italiani (1933), Punto ed a capo per l’architettura (1934), Profezia dell’architettura (1935) – ormai introvabili dell’artista e critico napoletano, piccola chicca pubblicata nella collana SMS SkiraMiniSaggi.
Precursore della “modernità”, artista straordinariamente attuale, i suoi scritti conservano intatta freschezza ed efficacia e fino ad ora erano pressoché introvabili.
Edoardo Persico (Napoli 1900 – Milano 1936), nume tutelare del Gruppo dei Sei a Torino, direttore di “Casabella”, fu una straordinaria figura di riferimento nel campo dell’arte e dell’architettura.
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925) ha pubblicato con Sellerio la serie del commissario Montalbano e diversi successi tra cui Il birraio di Preston, Il re di Girgenti, La scomparsa di Patò, Il nipote del Negus. Con Mondadori diversi romanzi tra cui Il tailleur grigio, Un sabato con gli amici, L’Intermittenza.
Per Skira ha pubblicato La Vucciria, con un saggio di Fabio Carapezza Guttuso (2008) e, in questa collana, Il cielo rubato. Dossier Renoir (2009) e La moneta di Akragas (2010).
Autore: Andrea Camilleri
Titolo: Dentro il labirinto
Editore: Skira
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 15 euro
Pagine: 160