“Beni comuni vs merci”: il saggio di Giovanna Ricoveri

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Beni comuni vs merci (Jaca book, 2010) di Giovanna Ricoveri è nato con l’idea di analizzare i beni comuni e le merci, mettendoli a confronto,  e arrivando a definire un nuovo modo d’intendere l’economia e la socialità, soprattutto sulla scorta della recente crisi internazionale che sta mettendo in seria discussione il modello capitalistico di riferimento. L’intento dell’autrice è di rivalutare il concetto di bene comune, troppo distorto nel corso degli ultimi secoli, specialmente con l’inizio dell’era industriale. Come mai un sistema di relazioni sociali basato sulla cooperazione e dipendenza reciproca è stato soppiantato da un rapporto asettico tra gli individui che accedono singolarmente al mercato delle merci?

Per rispondere la Ricoveri intraprende un excursus storico alla ricerca delle radici della mentalità dominante in cui la privatizzazione è diventata un diritto “naturale” a discapito della condivisione collettiva di un bene. Si sofferma sull’ enclosure, processo avviatosi all’inizio del Quattrocento nel quale ai “poveri” venne negato l’accesso ai campi comuni (common lands) e ai campi aperti (open fields) di proprietà privata durante il periodo della semina e del raccolto, ma aperti a tutti durante il resto dell’anno. Conseguenza di questa decisione fu la costrizione offerta ai contadini di lavorare nei campi per un magro salario oppure entrare nella recente industria tessile e metallurgica. L’autrice individua altri due fattori che hanno portato a questa deflagrazione del bene comune: il riduzionismo scientifico responsabile della visione meccanicista della natura, considerata quindi un terreno fisico sottoponibile a dominio e manipolazione e strumento per ricavi economici; la riduzione dell’uomo a homo oeconomicus, unicamente astratto e razionale, semplificato nella sua funzione di macchina per massimizzare i propri interessi, legato a quelli degli altri da una mano invisibile di smithiana memoria.

Quali sono stati gli effetti dell’ideologia della merce e del suo consumo come realizzazione individuale sulla sfera politica, sociale e ambientale?
La società industriale, motore della produzione e dello stile di vita basato sul consumo, ha generato dal punto di vista politico: due guerre mondiali, stermini di interi popoli e feroci guerre per il petrolio. Sul versante ambientale combustibili fossili con gas climalteranti, chimica in agricoltura, inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, cementificazione, riscaldamento climatico.Questi danni fatti per produrre più merci che i consumatori non sono in grado di consumare tutte, in quanto non aventi a disposizione il reddito necessario. L’ultimo capitolo è un’esortazione a recuperare la logica di solidarietà e cooperazione che esisteva all’epoca dell’ “istituzionalizzazione” dei beni comuni. Giovanna Ricoveri indica una serie di punti su cui basarsi per favorirne la riemersione quali green economy, consumo frugale e rispetto dei complessi processi della Natura, comunità organizzate (di cui cita diversi esempi) a tutela d’interessi comuni in grado di fronteggiare multinazionali potenti e la finanziarizzazione dell’economia.

Giovanna Ricoveri, sindacalista nella CGIL, ha compiuto studi di diritto in Italia e di economia negli Usa, oltre ad essere stata coordinatrice dal 1991 al 1996 della rivista “Capitalismo Natura Socialismo” facente parte di una rete internazionale di riviste dedicate al tema dell’ecologia politica. Ha curato una raccolta di 46 saggi uscita nel 2006 con il titolo di “Capitalismo Natura Socialismo” per la casa editrice Jacabook ed ha tradotto dall’inglese classici dell’economia (Joseph Schumpeter) e dell’ecologia (Vandana Shiva).

Autore: Giovanna Ricoveri
Titolo: Beni Comuni vs Merci
Editore: Jaca Book
Pagine: 120
Prezzo: 12,60 Euro

Articolo di Lorenzo Carrega