Fuorimondo di Ornela Vorpsi: una scrittura unica

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Ci sono libri che colpiscono innanzitutto attraverso il linguaggio con cui sono scritti, Fuorimondo (Einaudi, 2012) è uno di questi. Ogni parola, ogni singola immagine ha un suo preciso significato ed il tutto è perfettamente calibrato, in un modo tale che anche le emozioni, gli stati d’animo, come il senso di colpa, acquisiscano una loro consistenza materiale .Einaudi pubblica l’ultima opera di una scrittrice, Ornela Vorpsi, che conferma la sua estrema eleganza nello scrivere.Fuorimondo rappresenta, in maniera raffinata e potentemente realistica, il nostro innato desiderio di fuggire verso un “altrove” che l’autrice ci mostra in tutta la sua concretezza. La terra dello smarrimento è una striscia di strada di fronte alla casa di Maria, un luogo dove si incontrano i desideri irrealizzabili delle ragazze che vi sostano ore e ore, nell’estenuante attesa di vedere uno dei ragazzi che vivono lì: Artur, Enea, Johan.
Tamar, però, sa perfettamente che il vero obiettivo delle fanciulle è Rudolf, il bellissimo Dolfi, il ragazzo dai denti bianchissimi e dagli occhi verde stupore. Anche Tamar subisce il fascino del giovane, ma non ne è innamorata, perché il ruolo assegnatole dalla vita è quello dell’eterna spettatrice, spesso invisibile agli altri e persino a se stessa. “La gente mi passava attorno, mi attraversava, ma non mi vedeva, sono trasparente.”

La vita di Tamar è segnata dalla continua mancanza di qualcosa, da un senso di colpa che la perseguita ma che lei non riesce ad interpretare per quello che è, e poi il dolore, la paura, il “brivido dello spavento” portano la ragazza a frequentare, sempre più spesso, l’altrove, a fuggire con la mente verso luoghi inesplorati. “È stato così che io, Tamar, ho cominciato ad andare fuorimondo, lontano da tutte le cose che conoscevo, madre, padre, alberi, sedie, casa, sole. Io non volevo diventare estranea ma succedeva, malgrado me, il brivido decideva secondo i suoi capricci.”

Tra le ragazze che frequentano la terra dello smarrimento c’è Manuela, la più tenace e la più innamorata. Il suo più fervido desiderio è che Dolfi si accorga della sua esistenza, che lei diventi il pensiero principale del bel giovane; otterrà il suo scopo ma il prezzo da pagare sarà alto per tutti. La morte di Manuela muterà ogni cosa, l’ombra del senso di colpa aleggerà su tutta la strada, concentrandosi, come una nera nube, sulla casa di Maria, sulla testa di Dolfi: la vita di nessuno sarà più la stessa, in particolare quella di Tamar che nasconde l’ennesimo, sconvolgente segreto.

Lettura non facile, inizialmente ci si sente un po’ spaesati. Quasi subito, però, la potenza del linguaggio permette al lettore di penetrare le menti dei personaggi e, di sicuro, i dubbi che continuamente scuotono Tamar, ci porteranno ad interrogarci seriamente sul ruolo che abbiamo assunto nella nostra vita.

Ornela Vorpsi è nata a Tirana dove ha vissuto fino a ventidue anni ed ha studiato Belle Arti. Dal 1991 ha frequentato l’Accademia di Brera a Milano e, nel 1997, è emigrata a Parigi dove ha completato gli studi. Nella capitale francese vive tutt’ora e lavora come scrittrice, fotografa, pittrice ed autrice di video. Scrive in italiano ed è tradotta in quindici paesi. Nel 2006 ha ottenuto il Premio Grinzane Cavour come “Giovane autore esordiente”. Il suo primo romanzo, “Il paese dove non si muore mai”, pubblicato in Italia da Einaudi, ha ricevuto quattro premi italiani ed uno francese. È stata segnalata tra i 35 migliori scrittori europei nell’antologia Best European Fiction curata da Aleksandar Hemon.

Autore: Ornela Vorpsi
Titolo: Fuorimondo
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 13,50 euro
Pagine: 156

Articolo di Valeria Rago