Ne “Il destino dei Malou” di Georges Simenon (Adelphi, 2012) poche righe sintetizzano il dramma che sta per accadere, nelle prime pagine del romanzo di uno dei più grandi scrittori del XX Secolo. “Erano le tre del pomeriggio di una giornata invernale, novembrina, oppressa da una macchia umida e fredda sospesa sotto un cielo crepuscolare”.
Dalla finestra del Café de Paris situato in Rue de Moulins, strada principale di una piccola città della provincia francese, il cameriere Gabriel vide scendere dalla limousine Eugène Malou. Il re del mattone entrò nel caffè e dopo aver ordinato un armagnac si diresse all’interno della cabina telefonica. La telefonata durò pochi minuti poi Eugène bevve in piedi il liquore, “quindi, senza chiedere il conto, posò venti franchi accanto al bicchiere”. Alle quattro Malou si diresse verso una strada residenziale in discesa, percorse circa cinquanta metri e sollevò il batacchio in ottone del portone dell’imponente villa dei conti d’Estier. Alle quattro e venti il robusto e tarchiato Eugène Malou e l’alto Adrien d’Estier furono visti discutere davanti all’ingresso dell’edificio. Pochi minuti dopo mentre il conte stava per chiudere il portone, Malou si sparò un colpo di pistola alla testa. L’imprenditore edile non morì subito ma dopo una lenta agonia consumata davanti agli occhi dei cittadini proprio mentre il suo terzo figlio, il diciassettenne Alain, stava uscendo da scuola.
Malou si era tolto la vita platealmente di fronte a tutte quelle persone che l’avevano sempre disprezzato, lui che era venuto da fuori città alcuni anni prima, senza origini, senza radici e con un passato da celare, vittima da alcuni giorni di una violenta campagna diffamatoria del Phare du Centre. La fine di Malou titolava il quotidiano perché l’imprenditore era pieno di debiti, oppresso da gravi difficoltà economiche. L’impero di Malou stava per crollare e la sua stessa famiglia non possedeva nemmeno il denaro necessario per i funerali. Durante la camera ardente nell’abitazione ormai non più della famiglia, Alain osservava i volti dei suoi parenti: la madre dai capelli con riflessi color mogano, il fratellastro il pallidissimo Edgar, Corine sorella bella e spregiudicata dal “corpo florido” amante di un medico sposato e con figlie, la zia Jeanne Dorimont con il consorte e il figlio Bertrand dal “faccione dai tratti equini”. Alain più li osservava più li sentiva estranei, già lontani da lui ora che l’unica persona che li teneva uniti era morta. Solo ora dopo l’improvvisa morte del padre, Alain si rese conto che non aveva mai conosciuto veramente colui che l’aveva messo al mondo. “Di colpo, da tre giorni a quella parte, provava un desiderio ardente di conoscere l’uomo che era stato suo padre e del quale, fino a quel momento, non si era mai curato”. Alain, abbandonata la scuola e trovato lavoro presso la tipografia dei Fratelli Jaminet andò alla ricerca della verità sul padre grazie all’aiuto di Joseph Bourgues, l’unico amico di Malou, cercando di dissipare la penombra che riguardava la sua ambigua figura. “Forse la verità è questa: più è basso il punto da cui si parte e più si sente la necessità di arrivare in alto”.
Le destin des Malou è il classico romanzo d’atmosfera alla Georges Simenon (pochi aggettivi ma densi di significati) redatto dal grande autore in Florida nel febbraio di sessantacinque anni fa. Trascinante è il racconto della storia del parvenue Malou, proveniente dal nulla, partito dai bassifondi di Marsiglia dove vendeva giornali “erano in molti a stare lì in attesa, pronti a precipitarsi al banco per prendere un pacco di giornali con l’inchiostro ancora fresco”. Durante un freddo e nevoso inverno Alain ascoltando la vera storia del mondo di Malou non solo sarebbe arrivato a comprendere il motivo del suicidio di suo padre ma, cosa ancora più importante, sarebbe diventato adulto cioè consapevole di sapere e di potere costruire con la forza della sua volontà il proprio futuro. Senza fretta e senza bruciare le tappe. Il geniale autore di 192 romanzi (75 dedicati a Maigret più 28 racconti) firmati e 176 pubblicati con 27 pseudonimi diversi racconta con precisione chirurgica la disgregazione di una famiglia dilaniata da segreti, rancori e avidità. “Soldi, sempre soldi! Li avrebbero avuti, dovevano averne”. Solo l’ultimogenito Alain per Malou rappresentava “il mistero, era l’ignoto a cui ogni tanto, furtivamente gettava un’occhiata ansiosa”. E Alain nelle ultime coinvolgenti pagine scopre con orgoglio di possedere anche lui come il nonno e il padre la “voglia dei Malou”, un’impronta genetica indelebile. ”Perché il mio dovere era restare qui, con mio padre. Perché qualcuno doveva pur restare…”.
Georges Simenon, percorso di uno scrittore belga è il titolo dell’esposizione visitabile presso il Museo delle Lettere e dei Manoscritti di Bruxelles situato nelle Gallerie Reali Saint-Hubert. La mostra, che terminerà il 24 febbraio prossimo, presenta in ordine cronologico la vita e l’opera dello scrittore ed è divisa in diverse sezioni: La giovinezza a Liegi e la partenza per Parigi, Georges Simonon e Liegi, Simenon e Tighy Renchon, Simenon e Maigret, Simenon e il dopoguerra, Simenon e la scrittura, Simenon, l’America e Denjse Ouimette e Simenon e il ritorno in Europa. La collezione presenta circa 160 lettere e manoscritti, una ventina di scritti di suoi contemporanei (tra cui Gide, Sartre, Cocteau e Céline) e autori prediletti (Balzac, Flabert, Verne e Dumas). L’esposizione illustra inoltre lettere, foto e manoscritti del padre di Maigret.
Georges Simenon nacque a Liegi il 13 febbraio 1903 e morì a Losanna il 4 settembre 1989. Scrittore belga di lingua francese è stato uno dei narratori più prolifici del XX Secolo. Scrisse centinaia di romanzi e racconti, molti pubblicati sotto diversi pseudonimi, tradotti in cinquanta lingue e pubblicati in più di quaranta Paesi. Oltre che per i romanzi noir, psicologici e di guerra Simenon è noto soprattutto per essere l’ideatore del Commissario Maigret, che ha contribuito in maniera decisiva alla fama e al successo dello scrittore. Molti romanzi sono divenuti film e sceneggiati televisivi. I libri di Georges Simenon sono pubblicati presso Adelphi dal 1985. Il destino dei Malou è tradotto da Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio.
Autore: Georges Simenon
Titolo: Il destino dei Malou
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 18 euro
Pagine: 200