Molti conoscono Orhan Pamuk, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 2006. Al contrario sono pochi quelli che hanno sentito parlare di Oğuz Atay, anche lui scrittore turco, scomparso nel 1977 e autore di un celebre romanzo, che ancora deve essere tradotto nel nostro paese. Grazie alla casa editrice veneziana lunargento, possiamo tuttavia apprezzare i racconti di Aspettando la paura (2011), che mostrano la grande capacità narrativa e letteraria dello scrittore, fonte di ispirazione dello stesso Pamuk.Sono otto i racconti di Aspettando la paura, otto storie kafkiane tra l’onirico e l’assurdo, in cui i protagonisti si scontrano con i propri timori, le insicurezze e le incomunicabilità della società contemporanea. L’ottima traduzione di Giampiero Bellingeri fa apprezzare al lettore anche la componente linguistica, importantissima per Atay, che, in parallelo ai temi affrontati, sceglie uno stile discontinuo, testimone di quell’incomunicabilità che affrontano i protagonisti.
È il caso del racconto che dà il titolo alla raccolta, Aspettando la paura, in cui una strana lettera anonima, scritta in una lingua indecifrabile, alimenta le angosce più recondite del protagonista, portandolo a conseguenze estreme, come la reclusione nella propria solitudine. Ma la solitudine e l’incomunicabilità, al contempo paure e condizioni esistenziali dell’uomo moderno, si esemplificano altrettanto bene nel racconto dell’Uomo nel cappotto bianco, in cui un uomo decide di sfuggire alla vita e alla quotidianità, immergendosi per sempre nelle acque del mare, con addosso un candido cappotto bianco da donna. Ci sono poi le paure che riemergono dal passato, come in Scordato. Stilema di Atay è un linguaggio frammentato e spezzato, che attraversa anche i generi, da quello epistolare, come in Una lettera mai spedita e Lettera a mio padre a quello epico, rivisitato nel Cavallo di legno.
Non sempre di facile lettura e interpretazione, Aspettando la paura è un libro consigliato sia a chi vuole avvicinarsi alla letteratura turca e particolarmente alla conoscenza di Atay, in attesa della traduzione di Tutunamayanlar, sia a chi crede che la letteratura non debba essere solo svago, ma anche comprensione e compenetrazione tra mondo reale e mondo soggettivo.
Oğuz Atay (1934-1977) è l’autore, scomparso prematuramente, del celebre romanzo Tutunamayanlar (Gli incapaci di connettersi, 1972). L’opera esponeva – su piani formali ed estetici ben diversi dalle impostazioni realistiche, consuete nelle lettere turche del Novecento – il disagio di individui alienati, in conflitto con se stessi e con le convenzioni sociali imperanti.
Autore: Oğuz Atay
Traduttori: Giampiero Bellingeri e Şemsa Gezgin
Titolo: Aspettando la Paura
Editore: Lunargento
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 227
Prezzo: 18 euro