Pubblicato negli Stati Uniti nel 1993, apprezzatissimo da Saul Bellow (il più grande scrittore americano del secondo ‘900) Tony & Susan (Adelphi, 2011) di Austin Wright non ebbe fortuna. Nemmeno in Italia dove pure uscì presto da Rizzoli. Ora ce lo ripropone Adelphi (traduzione di Laura Noulian). C’è una storia, dai tratti noir, o thriller, è la storia di un romanzo, e riguarda Tony Hastings, un vile padre di famiglia, forse troppo per esser vero, ma in fondo mediocre come i più, e ce n’è un’altra, ed è quella che leggiamo sopra al noir, la vita “vera” di Susan, che legge il fattaccio tragico che cambia la vita “libresca” di Tony: l’uccisione della moglie e della figlia.
Ora, la complicazione che giustifica il romanzo nel romanzo (una notte durante un viaggio in macchina il professore di matematica Tony Hastings lascia disintegrare la propria vita non opponendosi adeguatamente alla violenza di un gruppetto di delinquenti che rapiscono moglie e figlia per stuprarle e farle fuori in un rovesciamento sia grottesco – l’uomo è di una viltà sconsolante – sia tragico dell’on the road di un’ America invece nerissima) è dovuta al particolare non proprio secondario che la storia l’ha scritta Edward, marito lasciato dalla donna, costretta molti anni prima dall’esaurirsi della pazienza a liquidare le velleitarie ambizioni artistiche dell’uomo. La tensione non è causata solo dall’evidenza di essersi sbagliata – ché la storia di Tony, cupissima, funziona a tratti molto bene – ma dalla riprova del potere di rivelazione che può avere un buon libro (che Edward in realtà non ha ancora pubblicato e ha sottoposto all’ex moglie, secondo le vecchie abitudini di quando stavano insieme per avere un parere).
L’esemplificazione è così forte che lo stesso tran tran di Susan, solo apparentemente appagata dalla vita con il secondo marito e i figli avuti da lui, ne viene sconvolto. Ne ha persino il presentimento, prima di leggerlo e man mano che è costretta a notare come il romanzo di Edward, “Animali notturni”, si faccia leggere non senza acuta apprensione. Ma soprattutto Susan non può fare a meno di pensare che in realtà il manoscritto sia la peculiare forma dl una vendetta ordita ai suoi danni proprio dall’ex marito – che uno scrittore si vendichi attraverso i libri che scrive è fin troppo ovvio.
Susan imparerà a conoscere “Lo stress di entrare nell’immaginazione di Edward, di essere Tony, per poi essere tenuta a distanza come un’insolente”. Perché, è ovvio, è lo scrittore a condurre il gioco. E come il vendicativo ex marito che le lascia il romanzo da leggere e nemmeno si fa più rivedere per riceverne un giudizio, sconvolge la vita di Susan, così Austin Wright, l’autore empirico (morto nel 2003, insegnante) del quale leggiamo il romanzo (e il romanzo nel romanzo) sposta di continuo il piano delle attese di noi lettori in carne e ossa, consegnandoci un’opera doppia, o tripla, grazie a un meccanismo di “mise en abyme” ben congegnato, tutt’altro che fine a se stesso, nonostante qualche momento di stanchezza e ripetitività, carico di tensione – di possibilità di conoscenza del limes precario tra i fatti, l’immaginazione e la possibilità di raccontarli.
Autore: Austin Wright,
Titolo: Tony & Susan (traduz. Di Laura Noulian)
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 19,50 euro
Pagine: 408