“I Quaderni di Prigionia” di Emmanuel Levinas (Bompiani, 2011) sono una testimonianza fondamentale dell’esperienza umana e filosofica di uno dei più grandi pensatori del Novecento.
Non si tratta di un libro vero e proprio quanto di un’edizione critica ad una raccolta di appunti, intuizioni e note per un romanzo. Scritti ritrovati su quaderni, biglietti, schede, unico modo per non morire durante la prigionia in un campo di lavoro in Germania, vicino ad Hannover, dove rimane fino alla fine della guerra.
Un’edizione critica curatissima che rappresenta il giusto preambolo all’opus di Levinas. Ad esempio, si possono ritrovare alcune idee, disseminate nel magma del testo proposto, in “Dall’esistenza all’esistente”, uno dei primi suoi volumi editati dopo la guerra.
Quindi, una prima parte frammentata, difficile, dove si ritrovano addirittura elenchi di nomi e indirizzi ma importante per interpretare la seconda parte, ben più organica.
Negli “Scritti sulla prigionia”, ad esempio, Levinas riflette su quanto gli è accaduto, cerca di descrivere la sua esperienza in modo distaccato ma soprattutto ripensa al concetto di identità ebraica. È proprio nei campi di concentramento che il prigioniero prende coscienza delle sue radici mentre l’Uomo impara la libertà e conosce le cose essenziali.
Le sue riflessioni etiche non si concentrano mai sull’Uno ma sulla molteplicità degli individui, sui loro tratti in comune e sulle differenze. L’essere multiplo, poi oggetto di discussione di filosofi come Derrida, oggi è più che mai attuale, dato che viviamo in una società plurale. Un altro da me in cui mi specchio per divenire Io.
Un’opera piena, ricca di citazioni, che aggiunge un tassello importante alla genesi del suo pensiero. La scrittura, per Levinas, è una forma di evasione, un modo per pensarsi diversamente e per capire quanto poco ci occorre per vivere una vita felice.
Emmanuel Lévinas è nato a Kovno (oggi Kaunas), in Lituania, il 12 gennaio 1906. Ha studiato nelle Università di Strasburgo e Friburgo in Brisgovia. Ha insegnato alla Scuola Normale Israelita Orientale di Parigi e, in seguito, all’Università di Poitiers, di Paris-Nanterre e alla Sorbona, dove è rimasto in qualità di emerito fino al 1979. È morto a Parigi il 25 dicembre 1995. Tra le sue numerose opere (quasi tutte tradotte in più lingue) ricordiamo Totalité et Infini. Essai sur l’exteriorité (1961) e Autrement qu’être ou au-delà de l’essence (1974).
Autore: Emmanuel Lévinas
Titolo: Quaderni di prigionia (e altri inediti)
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 518
Prezzo: 25 euro