Il mondo etrusco della famiglia Luzi

la-quercia-del-consiglio… ho inteso esaltare gli ideali e i valori di chi mi ha preceduto e che sono anche i miei”. Nella prefazione del volume “La quercia del consiglio. Due secoli di storia attraverso le vicende della famiglia Luzidi Giancarlo Luzi (Davide Ghaleb Editore 2011) l’autore sintetizza il senso profondo del suo lavoro “legato all’amore per il passato”. Il libro contiene 44 racconti incentrati su alcuni protagonisti e sulle vicende di una delle più antiche e note famiglie di possidenti della Tuscia.

Iniziando dal capostipite Settimio appartenente alla numerosa e agiata famiglia Luzi ancora oggi esistente a San Severino”, il quale verso il lontano 1760 era partito da San Severino Marche per trasferirsi a Cura di Vetralla, “allora borgo modestissimo intorno alla chiesa”, l’autore rievoca con passione e amore l’operosa vita di uomini e donne, figure indimenticabili per personalità e spirito di sacrificio. La prefazione è una sorta d’intima confessione nella quale Luzi dichiara che il desiderio di scrivere è nato anche per mettere in ordine tutta quella serie di ricordi che “sono lì come una sorta di universo vagante nella mente che ti accompagna nel fluire del tempo”. La genesi di quest’appassionante memoir composto “da ricordi e nostalgie” nelle quali è evocato un mondo ormai scomparso, parte dalla quercia del consiglio raffigurata nella copertina del libro fotografata dall’autore stesso. “In quell’albero vedevo la manifestazione viva di mio padre”. Dal colle dove si erge solitaria la pianta secolare “si domina tutta l’Etruria” e si estende “uno spazio infinito e immenso” che richiama alla mente l’infinito di leopardiana memoria nel quale il poeta di Recanati mirava “interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi… ”. Sotto le fronde della quercia situata “in una certa proprietà agraria un tempo appartenente alla mia famiglia” – afferma Luzi – “mio padre Guglielmo amava sostare e riflettere, per decidere cosa fare, non solo in riferimento alle coltivazioni agricole ma soprattutto su temi che riguardavano le sue scelte personali: “mi piace veramente quella ragazza? Mi sposo o non mi sposo? Faccio o no quell’affare? Egli meditava chiedendo consiglio a se stesso traendo ispirazione da quel panorama toccante che si delineava davanti ai suoi occhi”. Un panorama agreste fatto di “un’umanità operosa, povera, forte, saggia”, un mondo antico regolato dallo scorrere inesorabile delle stagioni nel quale la sapienza del tempo era “tutta orale e pratica. Sapienza caratterizzata dal fare più che dal dire e che passava come un lascito fondamentale da una generazione all’altra insieme alle tradizioni”.

Un libro composto da racconti che formano un elegante e affascinante mosaico accompagnati dalle fotografie degli antenati dell’avvocato/scrittore che si trovano all’inizio del volume che Luzi eloquentemente dedica ai passati, ai presenti e ai futuri”. Infatti, l’autore ci confida che ama guardare al passato con l’occhio nostalgico, romantico e appassionato di chi vede in quel passato valori e consuetudini precisi. Per redigere i racconti non ho solamente attinto ai ricordi che si trovavano nella mia mente, ma anche a tutta quelle serie di ricordi che mi sono stati tramandati da alcuni miei parenti dalla fertile memoria come mio zio l’avvocato Mario Castagnola, uomo coltissimo, che ha scritto alcuni volumi di arte e archeologia sulla nostra terra”. Tra le tante figure di uomini illustri presenti nel volume incontriamo Giuseppe Luzi bisnonno di Giancarlo, nato nel 1815 e morto nel 1890. Sono nato suddito del Papa Re e muoio suddito del Re d’Italia. Chi l’avrebbe detto? Era questa la riflessione del mio trisavolo una volta giunto al termine della sua vita, che l’aveva visto passare varie vicissitudini dovute al nuovo Regno: nuova legislazione che veniva a sostituire quella precedente, nuove tasse, moneta e francobolli… ”. Memorabile la vita di Melchiade Antonio Petratti la cui esistenza “avrebbe eccitato la fantasia letteraria di un Cronin”. “Lo zio Melchiade insigne scienziato e storico aveva scritto circa venti opere medico – scientifiche, aveva trascorso i migliori anni della sua vita nella Maremma della metà Ottocento allora riarsa, povera e malarica. Per la parte documentale ho attinto da un ponderoso carteggio che mi fu passato da un caro cugino che faceva capo proprio allo zio Melchiade. Lì ho trovato tanto, non solo sull’esistenza di quest’uomo che si prodigò per gli altri ma, anche in parte, sulla vita della mia famiglia”.

Dall’archivio della memoria riemergono efficaci cartoline che ritraggono un accadimento particolare come nel capitolo La nevicata del ’56 “la neve arrivò come mai prima a memoria d’uomo, anche dei più vecchi”, o come nel racconto Natale com’era dominato dal sentimento dell’attesa vi era qualcosa di magico e solenne nelle settimane che precedevano le feste, tutto sembrava come sospeso”. Lo scudiero antico e paziente Ferrone, la maestra Elvira che aveva instillato nei suoi piccoli alunni il senso del dovere e della dignità”, Giuseppe Scarso, “fratello maggiore di mia madre Zio Peppino “il ragazzo del Piave”, un “eroe e martire che avrebbe meritato il plauso e la riconoscenza della Patria e che, invece, non ebbe nulla”. Personaggi che il lettore impara ad amare e che l’autore anelava di raccontare, perché dopo aver tanto scritto per gli altri in quasi trentacinque anni di professione forense Giancarlo Luzi ha sentito la necessità di scrivere per se stesso tutto quello che si era finora portato dentro e che “aveva bisogno solo di una penna e di un foglio per nascere”. Al termine di questo viaggio attraverso la memoria, lo scrittore ha compreso che ci si confessa solo scrivendo”.

Giancarlo Luzi è nato a Cura di Vetralla l’11 dicembre 1947. Già allievo del Collegio Ragonesi di Viterbo, dopo aver servito nei Granatieri di Sardegna si è laureato in Giurisprudenza a Roma nel 1972 e dal 1975 esercita l’avvocatura nella Capitale. Sposato e padre di tre figlie, coltiva da sempre con immutata passione gli studi letterari e storici ed è legato da un vincolo spirituale indissolubile alla sua terra d’origine, al suo passato, alle sue memorie e alle sue tradizioni. Un mondo che lo scrittore evoca abitualmente nelle sue opere con amore e nostalgia. Dello stesso autore Versi danteschi e Toga e Vita.

Non riusciamo a rassegnarci” è l’appello lanciato da amici e collaboratori della Casa Editrice Davide Ghaleb di Vetralla ormai sull’orlo della chiusura. La sorte della casa editrice sta a cuore a molti. Un’attività che è riuscita sempre e a testa alta a mantenere la propria indipendenza di scelte editoriali, un’occasione per giovani e meno giovani di veder coronato il proprio ideale di lasciare un segno nel tempo pubblicando le proprie storie, le proprie ricerche scientifiche, le proprie composizioni artistiche. “Non si tratta soltanto di un’impresa privata, e di questo Ghaleb ha dato più volte prova, non puntando al mero arricchimento personale. Si tratta piuttosto di un bene pubblico”. Di qui nasce una proposta che ha il sapore di una sfida. “Se acquistassimo tutti un solo libro direttamente presso la sede dalla Casa Editrice, o attraverso questo sito, entro la prima metà di gennaio, forse potremmo permettere all’editore di aprire di nuovo uno spaccato nel futuro” propongono alcuni dei curatori di Collana e alcuni autori “Un impegno accessibile a tutti, un gesto semplice ma dalla grossa carica simbolica e non solo. Un modo per dire “Anch’io sono parte della Casa Editrice”.

Il volume La quercia del consiglio. Due secoli di storia attraverso le vicende della famiglia Luzi appartiene alla collana Fogli di vita ideata da Gabriella Norcia dedicata al patrimonio della memoria storica e del territorio, raccontata direttamente dai protagonisti attraverso memoriali, diari, autobiografie, lettere e testimonianze fotografiche. Le pubblicazioni, unitamente ai documenti raccolti, andranno a formare l’archivio della memoria della città di Vetralla. Il volume è stato presentato sia a Roma il 3 dicembre 2011 presso la Sala Conferenze della Chiesa della Gran Madre di Dio in Via degli Orti della Farnesina, sia a Vetralla il 10 dicembre 2011 dicembre presso il Museo della Città e del Territorio. www.ghaleb.it

Autore: Giancarlo Luzi

Titolo: La quercia del consiglio.

Due secoli di storia attraverso le vicende della famiglia Luzi

Editore: Davide Ghaleb

Anno di pubblicazione: 2011

Prezzo: 15 euro

Pagine: 520 più 32 a colori