“Adam Bede” di George Eliot (Castelvecchi, 2011) inizia con questa suggestiva frase “Con una singola goccia d’inchiostro per specchio, uno stregone egiziano promette di rivelare lontane immagini del passato a chiunque passi di lì. Questo è quello che ho intenzione di fare io per te, caro lettore”.
È quindi una goccia d’inchiostro uscita dalla penna di una delle più prolifiche autrici inglesi dell’Ottocento che ci conduce attraverso la descrizione verista della campagna circostante e degli abitanti del villaggio immaginario di Hayslope nell’anno del Signore 1799. Il falegname Adam Bede “ragazzo fuori dal comune e straordinariamente forte” era innamorato della bella ma superficiale Hetty Sorrell, ma quest’ultima propendeva per il capitano Arthur Donnithorne nipote del possidente locale. Arthur dopo essere riuscito a ottenere le grazie di Hetty, la abbandonò al suo tragico destino. Nessuno dei protagonisti del dramma sarebbe uscito incolume dagli avvenimenti narrati, anzi come sottolinea Francesca Nizi nell’interessante postfazione “Adam, il giovane capitano Arthur e Hetty sono personaggi estremamente differenti tra loro, ma hanno in comune il fatto di aver commesso evidenti errori che li porteranno a un cambiamento”.
Adam Bede primo monumentale volume di poco più di 600 pagine di George Eliot, fu pubblicato nel 1859 in tre volumi dall’editore londinese John Blackwood. Ora la Casa Editrice romana Castelvecchi edita per la prima volta in edizione integrale il romanzo, che è una critica senza appello dell’ipocrisia della società inglese di quel periodo quando uno dei regni più potenti del XIX Secolo era nel pieno di grandi cambiamenti culminati con la rivoluzione industriale. Mary Anne Evans (Marian) quando decide di dare alle stampe Adam Bede sceglie uno pseudonimo maschile e il suo non è un vezzo ma una scelta precisa, dettata non solo da motivi di riservatezza. La scrittrice lo spiega nel saggio Silly Novels by Lady Novelists da lei pubblicato presso la rivista politica Westminster Review, che divenne in seguito il manifesto del suo pensiero.
Nel saggio l’autrice, donna indipendente compagna dell’editore e intellettuale George Henry Lewes, attua un giudizio spietato nei confronti delle trame dei romanzi moderni scritti dalle donne soprattutto se paragonati a quelli che “circolavano già in Europa e che lei aveva avuto l’opportunità di apprezzare per il loro realismo”. Per questo motivo Adam Bede, che ebbe fin da subito un successo degno di nota, uscì con il nome dell’autore George Eliot in copertina, ma il fiuto da giornalista di Charles Dickens intuì che dietro la penna talentuosa di George si nascondeva una donna. “Ma solo poco tempo dopo l’uscita del romanzo, Mary Anne rivendicò la maternità dell’opera”. La vena letteraria di George Eliot in questo romanzo ritrae molti personaggi tra i quali spiccano per personalità Adam dalle profonde qualità morali, un “sassone degno del suo nome” che percorre le strade di campagna con il suo fedele amico Gyp “un cane da pastore grigio”, la predicatrice Dinah Morris che lavora in un cotonificio e Hetty Sorrell dai “ricci bruni delicati”. Senza pietà con toni misogini è narrato il mondo vanesio di Hetty “bellezza primaverile” che ha “la testa piena di immagini del domani”. L’alter ego di Hetty è Dinah, inconsapevole del suo aspetto esteriore emblema di armonia e integrità, “figura di cui la Eliot si serve per analizzare l’influsso del metodismo in Inghilterra nelle classi più povere”. Negli anni nei quali è al culmine il lungo regno della piccola grande Queen Victoria sua estimatrice, Marian con il pen-name di George inconsapevolmente compone uno dei primi romanzi psicologici. “Hetty si osservava, quella sera, con una sensazione che non aveva mai provato prima; c’era uno spettatore invisibile, il cui sguardo si posava su di lei come la luce del mattino sui fiori”. In tutta la produzione letteraria dell’autrice due sono i temi dominanti: la religione, dovuta a un’educazione conservatrice e religiosa di Marian “caratterizzata da un forte rigore morale”, e la vita campestre e rurale conosciuta fin dalla nascita dalla scrittrice ritratta con pennellate di colore vivide e accese. “Alte contro l’orizzonte si stagliavano le immense cime a forma di cono delle colline, come giganteschi terrapieni posti a protezione del grano e dell’erba dai pungenti e avidi venti del nord”.
“La più vanitosa delle donne non è mai perfettamente conscia della propria bellezza fino a che non è amata da colui che la fa vibrare a sua volta di passione”.
George Eliot pseudonimo di Mary Anne (Marian) Evans nacque a South Farm nella tenuta agricola di Arbury nel Warwickshire il 22 novembre 1819 in una famiglia anglicana appartenente alla Chiesa bassa. Visse durante l’infanzia nelle Midlands, luogo occupato in gran parte dai cosiddetti dissidenti religiosi, soprattutto metodisti malvisti sia dalla società sia dagli anglicani i quali non vedevano di buon occhio l’eccessivo rigore spirituale, l’autodisciplina e l’impegno assiduo nella predicazione e nel sociale. Figlia di un fattore si formò alla fede cristiana evangelica, dalla quale in seguito si allontanò. Visse fino a trent’anni accanto al padre e, dopo la sua morte nel 1849 si stabilì a Londra, dove divenne collaboratrice e poi direttrice della Westminster Review (1851-1853). Pubblicò diversi saggi critici sulla letteratura e sulla filosofia francese e tedesca. Fu il giornalista George Henry Lewes, con cui convisse fino al 1878, a indurla ad abbandonare la saggistica per il romanzo e a scrivere per il Blackwood’s Magazine la serie di episodi, ristampati in seguito come Scenes of Clerical Life (Scene di vita clericale). Si sposò con John Cross di vent’anni più giovane di lei. Tra i suoi romanzi citiamo: Il mulino sulla Floss (1860), Silas Marner (1861), Romola (1863), Middlemarch (1871-72), Daniel Deronda (1876). Mary Ann Evans amante fin da piccola delle belle lettere, della musica, delle scienze, della lingua italiana e tedesca, da adulta traduttrice del filosofo razionalista olandese Baruch Spinoza e studiosa del positivismo, morì a Londra e fu sepolta nel cimitero londinese di Highgate il 22 dicembre 1880 nell’area riservata ai dissidenti religiosi accanto a George Henry Lewes.
Autore: George Eliot
Traduzione e cura: Francesca Nizi
Titolo: Adam Bede
Editore: Castelvecchi
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 19,50 euro
Pagine: 621