Torna lo Zingarelli (ristampa del 2012, dodicesima edizione) ed è una buona notizia. Che il web abbia riattivato in dosi non si dirà massicce ma importanti la lingua scritta lo sanno anche i bambini – lesti ad aggiungere il proprio cosiddetto profilo a quella parodia di iperuranio che chiamiamo facebook.
Che questo abbia significato inoculare le medicine necessarie al vacillante corpo della lingua italiana è tutt’altro che dimostrabile. Più facile sostenere e provare il contrario. Gli strumenti di lavoro restano invisi appunto perché presuppongono un minimo di fatica, di concentrazione – dunque, si scriverà anche di più, ma a che serve se lo si fa alla maniera cinobalanica?
Questo, i sociologi entusiasti dei numeri non ce lo sanno dire, tantomeno sono in grado di farlo i fautori della crescita del Pil, compreso quello della produzione che si vuole culturale. Che la scrittura possa avere un valore apotropaico è indubbio – che faccia bene in sé insomma – ma se la si vuole utilizzare per la famigerata comunicazione o addirittura per “esprimersi” sarebbe bene affidarsi, e costantemente, a qualche strumento di ausilio. Specie nel secondo caso, visto che “premere per spingere fuori” quel che “ditta dentro” non è certo che per gli altri sia uno spettacolo desiderabile: se proprio dobbiamo farlo, facciamolo con cautela.
Intanto, non per diventare scrittori, ma per evitare figuracce, agganciare qualche “dritta” che ci aiuti a orientarci nelle variabili della scrittura, a maggior ragione nell’attuale condizione odierna di invasività della rete, può tornare utlie il Dizionario di Stile e scrittura di Marina Beltramo e Maria T. Nesci da poco uscito per la stessa casa editrice del notissimo vocabolario, la Zanichelli. Non un manuale, ma un modo per affrontare attraverso un ordinamento alfabetico che va dalle “abbreviazioni” alla stesura di un “volantino” dubbi ortografici come incertezze “compositive” sui vari tipi di testo.
Quanto allo Zingarelli, il Vocabolario della lingua italiana della storica casa editrice bolognese, ricordiamo che fu pubblicato per la prima volta nel 1922. Siamo alla dodicesima edizione e attualmente la cura degli aggiornamenti annuali porta la firma di Mario Cannella che si avvale di circa trecento collaboratori.
Come ogni anno, curiosità per l’inserimento di voci nuove. Esse riflettono i cambiamenti della lingua, le insorgenze dovute a nuovi fenomeni sociali, l’instaurarsi in pianta abbastanza stabile di locuzioni gergali o mutuate da lingue straniere – massime l’inglese, ovvio. Così, ecco finalmente spiegato cosa vuol dire “glocal” (ed evitare come accaduto tempo fa in un noto blog che qualcuno si accapigliasse inutilmente per stabilirne il significato – peraltro la cosa non è inconsueta nei forum d’ogni genere che appestanola rete – ripristinare un principio di autorevolezza, noo?). Impazzano aggressivi e minacciosi il “cloud computing” e il “couch surfing” e perciò aggiornarsi vuol dire anche non allargare il “digital divide”. Che cos’è? Ve lo spiega il celebrato vocabolario. Laddove invece da molti anni sarebbe bastato farsi un giretto per Roma per sentirsi dare dello “scrauso” dall’ultimo impertinente borgataro.
Questa ristampa è anche digitale, contiene un dvd (peccato che l’uso per l’ambiente Apple non sia semplicissimo, ché si richiede comunque il sistema Windows e una partizione dell’hard-disk per ospitarlo; in compenso online si può richiedere l’applicazione iPhone, iPad e iPod Touch, e ancora nella versione digitale utilissimo è l’analizzatore morfologico per le forme flesse dei nomi e le coniugazioni dei verbi)Le parole nuove di questo Zingarelli 2012 (introduzione di Massimo Arcangeli), sono 1500 e quasi tremila quelle segnate come “da salvare” (sono indicate con il disegno di un fiore, il che contribuisce alla resa accattivante dell’aspetto grafico dell’opera e la raccomandazione condivisile agli insegnanti di “stimolare la sensibilità su quelle parole, recuperandole in modo creativo”).
Escludendo etimologie, locuzioni etc, le voci sono 143mila e quasi altrettante le citazioni letterarie; perciò spiace l’assenza dell’invenzione gaddiana, peraltro notissima, di cui alle prime righe – in attesa di vederla inserita nelle future edizioni, per gli ignari un motivo in più per leggere il Pasticciaccio.
Zingarelli 2012. Vocabolario della lingua italiana.
Con aggiornamento online. Con DVD-ROM
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 83 euro