Ne “Il Marchese del Grillo” di Luca Desiato (Newton Compton) sono rievocate le gesta del Marchese del Grillo, aristocratico romano che visse nella Roma barocca, reso popolare da Alberto Sordi nel film del maestro della commedia cinematografica Mario Monicelli, recentemente scomparso. Un personaggio, il protagonista del libro, della cui esistenza reale non si è neanche certi ma che é entrato subito nel cuore dei lettori e degli spettatori perché, più e meglio di altri ha saputo interpretare l’anima popolaresca della Roma dell’epoca.
L’autore attinge per la sua storia a documenti scovati negli archivi ecclesiastici o nei codici della biblioteca vaticana ma, soprattutto, nella monumentale opera dell’abate Francesco Valesio “Diari di Roma“. Tuttavia, per dare corpo al suo personaggio seguendo la sua fantasia e l’aura di leggenda che da secoli lo avvolge la tradizione popolare, ricorre all’espediente del manoscritto ritrovato in mezzo alle cianfrusaglie di un bancone del mercatino di Porta Portese.
Ed ecco che con una prosa leggera e raffinata rivive nel romanzo quella “Roma babilonica, cortigiana e teatrale che è la città dei papi all’inizio del diciottesimo secolo”. La scena é “Roma papalina, magnifica di corruzione e sacralità, quando carnevali e funerali, violenza e religiosità, tutto si muta immediatamente in spettacolo, tutto diviene irrinunciabile e provvidenziale, medicamento all’insanabile malattia del vivere“.
Al centro della narrazione la figura del Marchese, libertino incallito, protagonista di avventure esilaranti e dedito a sapide beffe e scherzi micidiali a danno di una moltitudine di personaggi, siano essi nobili o cardinali o semplici popolani. Un satiro, però, ben poco gioioso, dal momento che i suoi scherzi sono frutto più della noia che della svagatezza, come egli stesso confida al suo fedele servitore Arcangelino. “Arcangelì, che fatica vivere! La malinconia, quella che t’assale nel mezzo dell’azione e imbratta come un peccato d’origine li pensieri luminosi, è una spina, l’orribile pena del vivere impotennti in un mondo che marcisce”.
Luca Desiato, nato nel 1941 a Roma, dove attualmente vive e lavora, dopo aver trascorso alcuni anni in America latina. Giornalista e scrittore, ha al suo attivo sedici romanzi, molti dei quali di carattere storico. Il suo esordio letterario risale ad oltre sessanta anni fa: era il 969 e si intitolava”Belfagor arcidiavolo”. Conseguì il primo successo nel 1975 con “Galileo mio padre” (al quale fu assegnato il Premio Grinzane Cavour ed il Premio Maria Cristina) nel quale sono ricostruiti in forma romanzesca i dieci anni più intensi e drammatici della vita del grande scienziato, culminanti con il processo del Sant’Uffizio, la condanna e l’abiura, attraversole lettere, assai poco note all’epoca, della figlia naturale suor Maria Celeste morta prematuramente a 34 anni. A questo romanzo sono seguiti, tra gli altri, “Benito e il mostro”, “Come il fuoco” (Premio Basilicata), “Bocca di leone”, “Storie dell’eremo” (Premio Chiara), “Sulle rive del Mar Nero” (Premio Rhegium Julii e Frontino Montefeltro), “La notte dell’angelo” (Premio Oplonti e Premio Penne), “Giuliano l’apostata”, “Dal giardino murato” (Premio Elba) “C’era una volta Trilussa”, “Minotauro”.
Autore: Luca Desiato
Titolo: Il marchese del grillo
Editore: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 283
Prezzo: 6,90 euro