“Real Life“ di Brookmyre (Meridiano Zero, 2011) è uno di quei thriller che, inizialmente, non ti prende. E’ lento, farraginoso, non si riesce a trovare il bandolo della matassa e sembra troppo caricato nel linguaggio e nelle atmosfere descritte. Eppure, man mano che si va avanti nella lettura, il lettore non riesce a staccare gli occhi da quelle pagine intrise di sangue, violenza, termini spudorati.
La trama, un po’ scontata all’indomani dell’11 settembre, è, in realtà, fitta di colpi di scena e ha come protagonista lo Spirito Nero, un mercenario che uccide solamente per la “gloria”. Ha compiuto i peggiori attentati degli ultimi anni ma vuole assolutamente superare se stesso in Gran Bretagna, dove ha in mente di mettere in atto un atto terroristico che farà cadere nel dimenticatoio lo shock delle Torri Gemelle. Non ha obiettivi politici, vuole solamente gli occhi dei riflettori puntati su di lui. I servizi segreti inglesi sono sulle sue tracce e, tra i componenti della task force, c’è Angelique De Xavia, bravissima nelle arti marziali, che, con l’aiuto di Raymond Ash, un appassionato di videogame e insegnante, ricostruirà l’identità del pericoloso terrorista.
Brookmyre è un genio della narrazione e si barcamena compiaciuto tra colpi di scena e fotogrammi da film, carica di adrenalina alcuni momenti fino all’esplosivo e sorprendente finale.
Purtroppo, talvolta, lo scrittore scozzese si dilunga troppo in flussi di coscienza ridondanti ma la sua vena sarcastica è sempre garantita. Rende caricaturali i personaggi principali, anche il cattivo Simon Darcourt, con la sua strana visione della vita, viene sin dall’inizio descritto come un fallito, togliendogli il fascino del criminale. Alla fine, nonostante la sua critica spietata alla società dei consumi, è il primo a prendere soldi per le sue “missioni”. Darcourt rincorre solo quel successo che non è mai riuscito ad ottenere nell’arte e nella vita.
Dietro l’etichetta del thriller, Brookmyre scrive una riflessione sull’egocentrismo esacerbante della società dei consumi e le sue degenerazioni, come l’evasione dalla realtà, e, attraverso una scrittura impertinente e ironica, regala ai suoi lettori una prova importante, divertente, che ha le qualità e i pregi dei migliori film d’azione hollywoodiani.
Christopher Brookmyre, nato a Glasgow nel 1968 da padre ateo e madre cattolica, ha un passato di studente universitario, di critico cinematografico, di pessimo cantante rock e di cronista sportivo. Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, Un mattino da cani (Meridiano zero, 2000), in Gran Bretagna è diventato rapidamente un autore di culto. Definito dai media “il futuro della narrativa contemporanea britannica di genere“, osannato dalla critica, corteggiato da Hollywood, lo scrittore continua a coltivare, con ironico riserbo, la sua vena rutilante e dissacratoria.
Autore: Christopher Brookmyre
Titolo: Real Life
Editore: Meridiano Zero
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 400
Prezzo: 17 euro