Aldo Nove sul precariato

aldonove-transeuropaIl nuovo realismo, dalla fucina ex cannibale; il messaggio commerciale potrebbe essere il predetto, ma Aldo Nove, che aveva pubblicato questo testo per la prima volta nella collana enaudiana Stile Libero/Inside nel 2006, ripropone un aggiornamento 2.0 del “Mi chiamo Roberta, ho quarant’anni, guadagno duecentocinquant’euro al mese” per la storica e rimodernata Transeuropa Edizioni.


Perché, appunto, quest’opera di Nove è stata messa in scena dal regista Martinelli, diventanto un melologo con voce recitante; nel libro in questione, quindi, abbiamo davanti anche la versione “light” dello spettacolo teatrale, una sceneggiatura appunto interpretata da Fracassi e Baldoni, sempre “in fase di elaborazione”.

Nove con quest’opera rende sulla carta una porzione della realtà e dell’intimità che il precariato produce fuori e dentro la precaria e il precario, passeggiando, in mezzo a una serie d’ovvie ruzzolate dei protagonisti delle ‘scene’, in una miscela d’espedienti, diciamo lavorativi, che la gioventù d’oggi, cioè quella parte di popolazione italiana che naturalmente non può più avere venti o trent’anni ma deve persino arrivare a una quarantina a ottenere una specie d’impiego, che al quale il soggetto di turno è chiamato a sopravvivere.

Non c’è più la storia. Ce ne sono infinite. Le storie dei nostri vicini di casa. Dei nostri parenti. Dei nostri amici. Dei nostri genitori. Le nostre storie. Adesso. Parlano, queste storie, di drammi piccoli. Irracontabili. Tragedie normali. Meschine come la vita che ci hanno cucito addosso. Parlano di noi. Storie. Urgenti. Sono dappertutto. Vanno raccolte. Dobbiamo dircele“: l’incipt affidato alla voce di Guido è imperioso, nonostante non lo sembri, perfettamente capace di spiegare tutto il racconto, la summa delle storie minime che fanno una storia non più d’Esse in maiuscolo ma una Storia che è doveroso spingere nei fatti e per non lasciarsi quasi fuori dal concetto elementare di “fatto”.

La scrittura volante di Aldo Nove è modellata non sulla trama, bensì sull’esperienza che crea la trama. Motti semplici e senza dubbio riscontrabili nel traghettare delle giornate normali e straordinarie d’una buona fetta di popolazione che corre e rincorre nei e i misteriosi anfratti delle offerte e delle domande di lavoro.

Aldo Nove è nato nel 1967 a Viggiù, piccolo paese al confine con la Svizzera. Il suo primo libro Woobinda è stato pubblicato nel 1996 da Castelvecchi. Un suo racconto è apparso nell’antologia «Gioventù cannibale». Nella collana «Stile libero» di Einaudi sono apparsi Puerto Plata Market (1997), Superwoobinda (1998), Amore mio infinito (2000), La più grande balena morta della Lombardia (2004), e La vita oscena (2010). Nella «Collezione di Poesia» sono apparsi la raccolta, composta insieme a Raul Montanari e Tiziano Scarpa, Nelle galassie oggi come oggi. Covers (2001) e Maria (2007). Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese è stato pubblicato nel 2006 per «Stile libero/Inside».

Autore: Aldo Nove
Titolo: Mi chiamo Roberta ho quarant’anni guadagno duecentocinquant’euro la mese
Editore: Transeuropa
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 88
Prezzo: 10 euro

Articolo di Nunzio Festa